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Perle dai libri #03



Hallward si guardò intorno senza capire. La stanza sembrava abbandonata da anni. Un arazzo fiammingo sbiadito, un quadro coperto da un panno, un vecchio cassone italiano e una libreria quasi vuota: non sembrava ci fosse altro mobilio eccetto una sedia e un tavolo. Mentre Dorian accendeva una candela mezzo consumata che era sulla cornice del camino, si accorse che tutto era coperto di polvere e il tappeto andava a pezzi. Un topo sfuggì spaurito dietro gli assiti. V'era un umido odore di muffa.
- Dunque, Basil, credi che solo Dio possa vedere le anime? Togli quel panno e vedrai la mia. - La voce era fredda e crudele.
- Dorian, sei pazzo o reciti una parte, - mormorò Hallward aggrottando le sopracciglia.
- Non vuoi? Allora lo farò io, - disse il giovane. Strappò via la stoffa e la gettò a terra.
Un grido di orrore sfuggì dalle labbra del pittore quando egli vide nella fioca luce il volto ripugnante che gli ghignava dalla tela. V'era in quella espressione qualche cosa che lo riempiva di nausea e ribrezzo. Dio mio, era dunque il volto di Dorian quello che vedeva? L'infamia che pur lo aveva invaso non aveva del tutto cancellato la sua meravigliosa bellezza: v'era ancor dell'oro nei capelli radi, della porpora nelle labbra sensuali; gli occhi gonfi e afflosciati conservavano un poco del loro bell'azzurro, la nobile curva non era ancora del tutto scomparsa dalle narici cesellate, dal collo scultoreo. Sì, era Dorian. Ma chi aveva fatto ciò! Gli parve di riconoscere la sua opera, la cornice era quella disegnata da lui. Era un'idea mostruosa e se ne sentì sbigottire. Afferrò la candela accesa e l'avvicinò alla pittura: nell'angolo sinistro v'era il suo nome tracciato in lunghe lettere di vermiglio brillante.
Era un'indegna parodia, una satira ignobile e infame. Egli non aveva mai fatto nulla di simile. E tuttavia era la sua pittura, la riconosceva. E gli parve che, in un attimo, il suo sangue si fosse mutato da fuoco in greve ghiaccio. Il suo quadro! Che cosa significava? Chi lo aveva mutato? Si volse e gettò a Dorian  Gray uno sguardo smarrito. Gli tremavan le labbra, gli sembrava che la lingua arida non potesse più articolar parola. Si passò una mano sulla fronte: era madida di sudore viscoso.
Il giovane era appoggiato alla cornice del camino e lo contemplava con la strana espressione di chi sia assorto in uno spettacolo quando recita un grande artista. Non v'erano in lui né vero dolore né vera gioia: solo l'interesse dello spettatore e, forse, una luce di trionfo negli occhi. Si era tolto il fiore dall'occhiello e lo odorava o fingeva di farlo.
- Che cosa significa? - gridò infine Hallward. La sua stessa voce gli risuonò stridula e strana all'orecchio.
- Anni fa, quando ero ancora un ragazzo, - disse Dorian Gray gualcendo il fiore tra le dita, - mi incontrasti, mi colmasti di adulazioni, mi insegnasti ad esser superbo del mio bell'aspetto. Una volta mi presentasti ad un tuo amico che mi fece capire il prodigio della gioventù, e tu finisti un mio ritratto che mi rivelò il prodigio della bellezza. In un momento di follia, di cui, ancor oggi, non so se rammaricarmi o no, espressi un desiderio, forse tu diresti una preghiera..
- Ricordo! Oh, come ricordo! Ma no, è impossibile! La stanza è umida, la tela è ammuffita; i colori che ho adoperato contenevano qualche sciagurata sostanza velenosa. Ti dico che è impossibile.
- Ah, che cosa è impossibile? - mormorò il giovane andando alla finestra e appoggiando la fronte al vetro gelato, coperto di brina.
- Mi hai detto di averlo distrutto.
- Non era vero. E' stato lui a distruggere me.
- Non posso credere che sia il mio quadro.
- Non riesci a scorgervi il tuo ideale? - chiese Dorian amaramente.
- Il mio ideale, come tu lo chiami..
- Come tu lo chiamavi.
- Non vi era nulla di malvagio, in esso, nulla di ignobile. Tu rappresentavi per me un ideale che non troverò mai più. Questa è la faccia di un satiro.
- E' il volto della mia anima.
- Cristo! Che cosa ho mai adorato! Ha gli occhi di un demonio.
- Ognuno di noi, Basil, ha in sé il cielo e l'inferno, - esclamò Dorian con un gesto di folle disperazione.




Il Ritratto di Dorian Gray
Oscar Wilde






Giudizio: 😊💓

Commenti

  1. Awww.. Dorian Dorian! Come non vedere più un personaggio con gli stessi occhi!! *___* Beato chi se lo GODE in modo indiretto! <3<3<3

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