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Visualizzazione dei post da maggio, 2017

Perle dai libri #135

«Stavo attraversando il Tevere.» Si sforzò di parlare con  voce calma. «Ero a pochi minuti da questo checkpoint.» Il sergente si avvicinò. «Puoi dimostrarlo?» Luka sputò la sigaretta e si alzò da tavola, bloccando la visuale del sergente con la mole del proprio corpo. «Voi siete a corto di Zündapp, ma noi abbiamo terminato le brune con gli occhi castani. Fossi in voi non andrei in giro a dire che siete stati picchiati da una ragazza. Non è una bella cosa da scrivere sul curriculum.» Il sergente arrossì. «Prendo atto della sua opinione, Vincitore Löwe.» «Sì, di solito la gente lo fa.» Luka incrociò le braccia. «Ora, forse potete lasciar cenare in pace la ragazza che ha appena fatto milletrecento chilometri in moto?» Il rossore si diffuse - paonazzo, paonazzo - sul mento contratto del sergente, che scoccò un'occhiata agli spaghetti sul piatto di Yael. Dopo un istante interminabile, si voltò e i suoi uomini lo seguirono. Il soldato-bambino si guardò alle spalle un'ulti

Perle dai libri #134

Non potei fare a meno di pensare, con una fitta di disagio, a Trevor Williams. Mi coprii la bocca con la mano e  lo osservai per qualche secondo. La odiava. La odiava e stava male, peggio di prima, e mi dispiaceva moltissimo per lui, mi dispiaceva che tutti i suoi sentimenti per Stella fossero contaminati da questa immonda falsità. Uscendo dalla stanza lo sentii canticchiare tranquillamente fra sé. Poi, appena chiusi la porta, gridò: «Clave!». Tornai indietro e rimasi ad aspettare, con la mano sulla porta. «Sì?». Si alzò in piedi, e pensai che stesse per aggredirmi. Ma la sua insolenza e il suo rancore si erano dissolti. Nella preghiera che mi rivolse con voce bassa e roca, e in tono assolutamente ragionevole, era rimasta  solo una disperata sincerità. «Lasciamela vedere». Ero stupefatto. «Che male ci può essere? Solo cinque minuti». Era quasi riuscito a farmi credere che la odiava, ma alla fine aveva dovuto cambiar tattica. Guardando il povero essere spezzato che av

Perle dai libri #133

- Sapevi il latino da così piccolo? Scrollai le spalle. - Alcuni ragazzi fanno collezione di modellini di aerei. Io leggevo in latino. Non è troppo difficile da capire. Mi piaceva leggere e volevo essere Enea. Ma vedi, Enea conosceva il suo destino, perché glielo aveva rivelato un profeta. Io invece non sapevo cosa mi sarebbe successo. Molto spesso, avevo l'impressione di non essere destinato a nulla. Mi sembrava di non esistere, eccetto quando leggevo quel libro. L'unico altro momento in cui mi sentii più vivo fu la prima volta che spaccai al testa a un uomo e lo rapinai in pieno giorno. - Perché mi stai raccontando queste cose? - Voglio farti capire perché sto facendo questo, e voglio che tu lo racconti al Lupo. Pensi che riuscirai a ricordarlo? Lakes non disse nulla. - Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo, -  dissi. - E' una citazione dell' Eneide . Ed è anche il mio motto personale. Ricordo che quando lessi questo verso per la prima volta, pensai

Skam - Isak Valtersen e Even Bech Næsheim - Mirrors di Justin Timberlake

💗 Isak e Even 💗 Aren't you something to admire, 'cause your shine is something like a mirror And I can't help but notice, you reflect in this heart of mine If you ever feel alone and the glare makes me hard to find Just know that I'm always parallel on the other side 'Cause with your hand in my hand and a pocket full of soul I can tell you there's no place we couldn't go Just put your hand on the glass, I'm here trying to pull you through You just gotta be strong 'Cause I don't wanna lose you now I'm looking right at the other half of me The vacancy that sat in my heart Is a space that now you hold Show me how to fight for now And I'll tell you, baby, it was easy Coming back into you once I figured it out You were right here all along It's like you're my mirror My mirror staring back at me I couldn't get any bigger With anyone else beside of me And now it's

Perle dai libri #132

La domenica, se è bella, è bellissima. Soprattutto in primavera, quando il tempo ha oramai preso la sua decisione e si è disposto ad aspettare la stagione calda con impegno, senza però rinunciare all'aria frizzante. E se è bellissima, la domenica, nei pochi quartieri che hanno puntato alla discrezione invece che al trionfo di cemento e vetro, che hanno trovato un'armonia tra abitazioni confortevoli e panorama mozzafiato, allora c'è da rimanere a bocca aperta. Si sente l'odore dei pini, si vedono i fiori, le siepi regolari sono mura verdi e profumate, e antiche palazzine si nascondono sotto rampicanti, quasi si vergognassero di esistere in mezzo a tutta quella vegetazione. Lojacono e Romano erano troppo presi dal loro incarico per sentirsi fuori posto, ma a vederli da una delle terrazze, celate da alti cedri ornamentali, sarebbero parsi una macchia incongrua nei viali sorvegliati dalle telecamere e dai custodi nelle guardiole. Incrociarono il solito tizio che por

Perle dai libri #131

Alec si sentiva scoppiare la testa. Cercò tastoni lo stilo nella cintura, ma era sparito. Provò a passare in rassegna l'accaduto: la nave infestata dai demoni, Isabelle che cadeva e Jace che la afferrava, il lago di sangue sotto i piedi, il demone che li assaliva... «Isabelle! Si stava calando giù quando sono caduto...» «Sta bene. E' riuscita a raggiungere una barca. L'ho vista.» Magnus allungò una mano verso la testa di Alec. «Tu, d'altro canto, potresti avere una commozione cerebrale.» «Devo tornare in battaglia.» Alec gli spinse via la mano. «Tu sei uno stregone: non puoi, che so, trasportarmi in volo  alla nave o qualcosa del genere? E visto che ci sei, sistemarmi la commozione?» Magnus, la mano ancora protesa, si lasciò ricadere contro la fiancata del pianale. Alla luce delle stelle i suoi occhi erano schegge verdi e dorate, dure e lisce come gioielli. «Scusa» disse Alec, rendendosi conto dell'impressione che aveva dato, anche se continuava a pen

Perle dai libri #130

Isabelle suonò. Non accadde nulla. Suonò di nuovo. Stava per farlo la terza volta, quando Alec le prese il polso. «Non fare la maleducata.» Lei gli lanciò un'occhiataccia: «Alec...» La porta si aprì. Un uomo magro comparve sulla soglia e li osservò con curiosità. Fu Isabelle a riprendersi per prima dalla sorpresa e a sfoggiare un sorriso scintillante.  «Magnus? Magnus Bane?» «In persona.» L'uomo che bloccava l'entrata era alto e magro come una pertica e i suoi capelli erano una corona di fitte guglie nere. Dal taglio dei suoi occhi assonnati e dalla tonalità della sua pelle leggermente brunita Clary dedusse che fosse in parte asiatico. Portava dei jeans e una camicia nera coperta da dozzine di fibbie di metallo. I suoi occhi erano coperti da una mascherina di glitter color carbone, le labbra dipinte di blu scuro. Si fece passare una mano inanellata tra i capelli a punta e li guardò pensieroso. «Figli dei Nephilim» disse. «Dunque, dunque. Non ricordo di avervi invit

Perle dai libri #129

Pipistrelli? Bella idea.. All'improvviso mi sentii come  Newton quando gli cadde la mela sulla testa e mi alzai di scatto. «Ehi, ma dove vai?» mi urlò dietro l'Artista. «Mi autorizzi a fare una cosa?» dissi a Lorenzoni entrando di slancio nella sua stanza mentre era intento nella lettura di alcuni fogli. Il mio capocronista mi guardò prima da sopra gli occhiali, poi se li tolse e si allungò sotto la scrivania incrociando le braccia. «Dato che tu le autorizzazioni non sai neanche cosa sono, se me ne chiedi una vuol dire che ti è venuta in mente una cazzata solenne.» Però sorrideva. «No, è che ho avuto un'illuminazione.» «Vuoi farti frate?» «No no. Hai presente il nuovo Palazzo di Giustizia?» «E come si fa a non averlo presente? Sembra un meteorite venuto da Marte e che si è spiaccicato su Novoli.» «Ecco. Mi è venuto in mente che cosa mi ricorda. Una cosa un po' strana, in effetti. E la domanda è: posso chiamarlo sul giornale in quel modo invece

Perle dai libri #128

La piccola si agitava, annaspava, rabbrividiva violentemente, ma non si svegliava. Schiacciata da una sensazione di assoluta impotenza, Laura si guardò attorno nella stanza, chiedendosi quale oggetto inanimato, come la radio nella cucina, potesse improvvisamente prendere vita. O qualcosa si sarebbe precipitato dentro dalla porta? Dan Haldane aveva estratto il revolver. Laura si agitò, aspettandosi che la finestra esplodesse, che la porta si schiantasse in mille pezzi, che le sedie o il televisore fossero presi improvvisamente da una maligna vitalità. Dan si mosse verso la porta, come prevedendo qualcosa da quella parte. Ma poi, improvvisamente come era iniziata, la cosa cessò. L'aria tornò tiepida. Melanie smise di lamentarsi e di annaspare, smise di parlare. Rimase immobile, totalmente inerte nel letto, con un respiro insolitamente lento e profondo. Incubi Dean Koontz Giudizio: 😊

Perle dai libri #127

A volte passano mesi, anni, prima che due persone trovino l'abbraccio perfetto. Quello in cui entrambi si sentono bene, senza che le braccia si informicolino o il collo si irrigidisca. In ogni modo, quello almeno, lo avevano trovato, anche se tutto il resto era un punto interrogativo. Lei lo ascoltava respirare, si chiese se si fosse addormentato e gli passò cautamente le dita tra i capelli. Liam si destò quando un motivetto ben noto cominciò a propagarsi dai jeans che stavano per terra davanti al televisore. Si divincolò scendendo dal divano e frugò in tutte le tasche finché non trovò il suo cellulare. Sospirò un attimo e guardò Silja come per scusarsi. Silja sentì una voce femminile al telefono e fu sollevata che salisse al piano di sopra per parlare. Reykjavík Café Sólveig Jónsdóttir Giudizio: 😟💔

Shameless - Ian Gallagher e Mickey Milkovich - Crazy in Love di Sofia Karlberg

💓 Ian and Mickey 💓 I look and stare so deep in your eyes I touch on you more and more every time When you leave I'm beggin' you not to go Call your name two, three times in a row Such a funny thing for me to try to explain How I'm feeling and my pride is the one to blame Yeah, cause I know I don't understand Just how your love can do what no on else can Got me lookin' so crazy right now Your love's got me lookin' so crazy right now Got me lookin' so crazy right now your touch's Got me lookin' so crazy right now Got me hoping you page me right now your kiss's Got me hoping you save me right now Lookin' so crazy your love's got me lookin' Got me lookin' so crazy your love When I talk to my friends so quietly "Who he think he is?" look at what you've done to me Tennis shoes don't even need to buy a new dress You ain't here, ain't nobody el

Perle dai libri #126

"La verità è che nulla è mai come lo abbiamo immaginato." "Ecco, bravo, ha ragione, niente è come l'avevo immaginato. Il lavoro e, forse, anche la mia esistenza in generale." Lui si grattala barba e risponde: "Sei ancora in tempo per cambiare le cose". Faccio un altro tiro alla sigaretta e mi lascio leccare la mano da Alleria. "Forse dovevo sposarmi e fare un figlio, come diceva mia madre." "I genitori dovrebbero insegnare a rincorrere le passioni, non i progetti." Questo vecchietto piccolo piccolo e solo al mondo, con gli occhi incavati e pochi ciuffetti di capelli in testa, è capace sempre di donarmi un po' di allegria. E' laureato in filosofia, però non ha mai insegnato perché subito dopo gli studi si è imbarcato su una nave da crociera con la sua tromba. Ha suonato per tutta la vita sulle navi e ha girato l'Europa senza mai sposarsi e avere figli. "Le passioni ti possono regalare anche un pizzico