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Visualizzazione dei post da settembre, 2014

Pordenonelegge 2014

Al Pordenonelegge  cinque giorni di festa del libro con gli autori. Giunta alla sua XV edizione, la manifestazione friulana è equiparabile ad una vera e propria kermesse per l'affluenza di appassionati che hanno partecipato al fitto programma di appuntamenti e incontri che l'hanno resa un evento meraviglioso e imperdibile per tutti coloro che come me, si nutrono avidamente di lettura e/o scrittura. La città si è vestita a festa, tingendosi di giallo e ornandosi con le pannocchie di granturco, simbolo del Pordenonelegge 2014. Cinque giorni di programma fitto con 363 autori, 500 ospiti, più di 250 eventi svolti in circa 30 location dislocate nell'intero centro storico pordenonese. Il festival del libro ha presentato ben 33 anteprime letterarie e con i suoi 15 percorsi espositivi era praticamente impossibile annoiarsi. Una manifestazione che ha coinvolto in ugual misura anche i bambini, con spazi e incontri a misura di giovani lettori, dedi

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Lui, la piccola peste devastatrice, che abbiamo chiamato Max, è un adorabile cucciolotto di border collie che abbiamo adottato. E' tanto vispo e giocherellone, a volte incontenibile, tanto incontenibile da mettere in fuga le Pesti, però è anche dolcissimo. Quando afferra qualcosa in bocca non la molla molto facilmente. Che sia una ciabatta (ancora al piede!), una maglia (ancora addosso!) o ... la coda pelosa della povera Luna!, non fa differenza. Eccolo qua  che punta qualcosa. XD Si finge indifferente, avanza quatto quatto e poi.. rincorre e agguanta! Ha provato a rosicchiare anche la palla ma.. si è dovuto rassegnare all'evidenza: troppo grossa per la sua boccuccia e troppo tosta per i suoi dentini. Riposa ma.. non è ancora del tutto convinto anche perché sarà pronto a lanciarsi all'inseguimento della palla appena le Pesti cominceranno a giocarci! Eccoli qui, Max e Luna in un raro momento di quiete. Il piccolo era stanco e lei è dolce

Perle dai libri #52

boundbydad: devo proprio andare. grayscale: anch'io. buondbydad: però non voglio. grayscale: neanch'io. boundbydad: domani? grayscale: domani! boundbydad: buonanotte. grayscale: buonanotte. questa cosa è grave perché io non auguro mai niente a nessuno, me compreso. troppe volte da bambino mi è successo di giungere le mani o chiudere forte gli occhi e sperare in qualcosa con tutte le mie forze. pensavo addirittura che ci fossero dei punti della mia stanza migliori di altri per sperare: sotto il letto andava bene, sopra il letto no; in fondo a un armadio era ok, bastava che tenessi in braccio la mia scatola di scarpe con le figurine dei giocatori di baseball. mai, in nessun caso, alla mia scrivania, ma sempre con il cassetto dei calzini aperto. nessuno mi aveva parlato di quelle regole, me le ero pensate da solo. potevo passare ore ad organizzarmi per un desiderio particolare, e ogni volta mi trovavo di fronte un muro di assoluta indifferenza. potevo desidera

Perle dai libri #51

«Kyle, sei tu?» La voce veniva dal giardino. Non andavo lì dal primo giorno. Era troppo deprimente guardare i due metri e mezzo di steccato di legno che mio padre aveva messo per impedire alla gente di vedermi, per cui tenevo le tende chiuse. Ma Will era lì fuori. «Vieni a darmi una mano, Kyle?» Uscii fuori. Will era circondato da vasi e piante e terra e pale. Era rimasto intrappolato tra un muro e un grosso sacco di terra. «Will, hai un aspetto orrendo!» urlai dalla porta a vetri. «Da qui non ti vedo» disse lui. «Ma se sei come le cose che dici, allora devi avere un aspetto da stronzo. Per favore, aiutami». Andai ad aiutarlo ad alzare il sacco. La terra cadde da ogni parte, soprattutto su Will. «Mi spiace». Fu a quel punto che vidi che aveva piantato cespugli di rose, dozzine di cespugli di rose. Rose nelle aiuole vuote, rose nei vasi e rose rampicanti sui graticci. Rosse, gialle, rosa, e, le peggiori, rose bianche che mi ricordarono com'era andata a finire la notte p

Perle dai libri #50

Si alzò in piedi, bilanciandosi per non perdere l'equilibrio sulle rocce. Gli tese la mano. «Venga con me, per favore.» Stride si alzò a sua volta. «Dove?» «Lì dentro. Devo andarci.» Si allontanarono dal fiume e risalirono il pendio verso il Noviziato. Lei avanzava a passi lunghi e rapidi. Sembrava una paracadutista che avesse finalmente trovato il coraggio di saltare. A poca distanza dalla villa, dove il suolo era cosparso di macerie, si fermò e incrociò le braccia al petto. Respirò a fondo, si morse il labbro e andò avanti, superando il portico e le quattro colonne in  pietra che immettevano nell'edificio. Sul viso aveva un sorriso un po' folle. Toccò una parete. Era reale. Si trovava davvero lì. Aveva attraversato la soglia ed era sopravvissuta. «Jet Black» disse ad alta voce, e si guardò intorno, quasi aspettando una risposta. «Teme che il suo fantasma abiti queste rovine?» chiese Stride. «No, non è di lui che ho paura.» Kelli lo fissò con uno sguardo serio