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Under Control

Quella sorta di gioco e lotta in acqua aveva finito per legarli insieme, contro le mattonelle lisce e fresche della piscina. Rimasero immobili, i corpi caldi vicini, i muscoli tesi, come se quel contatto non fosse abbastanza, anelanti a qualcosa di più intimo, che oltrepassasse la pelle e poi la carne, per fonderli in un solo essere. I respiri ansanti danzavano davanti alle bocche che si sfioravano, tormentando le rispettive labbra in un richiamo carnale che nessuno dei due avrebbe potuto ignorare troppo a lungo. L’acqua tiepida gli lambiva la base del collo, solleticando la nuca come dita invisibili. Ma era la profondità e l’intensità di quelle iridi spietatamente belle, dal colore del miele caldo, a fargli correre una scia di brividi bollenti lungo la schiena, rendendolo totalmente incapace di distogliere lo sguardo, come fosse suo prigioniero.  E, in un certo senso, lo era. Il ritmo incalzante della musica rimbalzava da una parete all’altra, diffondendosi a volume e
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Perle dai libri #159

Lei era diversa. Era questa la verità. Diversa negli occhi, diversa nelle mani e nella bocca. Diversa. Non era del loro mondo, anche se era nata lì come lui, anche se aveva respirato la stessa aria e mangiato lo stesso pane, anche se quando veniva la festa metteva l'abito bello e si attaccava al suo braccio e lui si credeva il re del mondo. Lei era diversa. Quando gli aveva detto, proprio lì, mentre guardavano salpare un piroscafo, che sarebbe andata via, ma via da lui, lui era morto. Aveva sentito il sangue fermarsi, e se non aveva parlato, se non aveva urlato la propria disperazione, era perché non voleva tagliare il filo che li teneva legati. Perché l'amore, pensò, guardando una donna prendere in braccio il figlioletto che non ce la faceva a salire da solo, è un germe. Una malattia che nasce da un seme minuscolo e si annida in un punto preciso. In fondo al cuore. In fondo al tuo cuore - Inferno per il commissario Ricciardi Maurizio de Giovanni Giud

Perle dai libri #158

Di fronte a certi colpi si può sopravvivere o soccombere. E io sopravvivo. E quant'è vero che mi chiamo Alice Allevi, che sono sempre distratta e che mi piace Johnny Depp, io non ripeterò l'anno. Dovessi vendere l'anima al Diavolo, non diventerò la leggenda dell'Istituto. Forse finora ho sbagliato tutto, ma ho la possibilità di recuperare. Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela. E' come una sorta di training autogeno che mi propino stamattina e che mi deconcentra più del solito, tant'è che mentre scendo dalla metro rischio di inciampare e di fare la fine di Anna Karenina. Arrivata in Istituto prima di tutti gli altri, percorro i pavimenti cerati dei lunghi corridoi, assaporo il silenzio etereo, osservo il mobilio austero e ricco di storia. Io adoro questo luogo, vorrei non lasciarlo mai. E' una sensazione straziante, come del resto ogni amore non corrisposto che si rispetti, e forse mai amore è st

Perle dai libri #157

Non c'è nulla di più difficile di un babà fatto secondo criterio. Eppure, stando alle regole e ai trattati, sembrerebbe così facile. Tutto porterebbe a credere che chiunque sia in grado di maneggiare gli elementi base di cui è composto uno dei dolci più famosi del mondo che, nato - come si sa - alla corte di Francia, trovò poi a Napoli un trono, un regno e milioni di sudditi devoti. Ebbene, commettete anche voi l'errore di farvi ingannare dalle promesse! Perché - come si dice - l'uomo propone ma poi è Dio che dispone. Basta davvero una piccola distrazione e gli ingredienti si ribellano alle manipolazioni distratte e maldestre, la lavorazione si complica all'improvviso e le indicazione della ricetta, che paiono tanto lineari, si trasformano in un  inestricabile labirinto in cui perdersi senza rimedio. La possibilità di ottenere un prodotto secco, dalla pasta compatta, priva di ogni morbidezza, a questo punto sarà diventata una certezza. E il risultato costituirà la g

Perle dai libri #156

Infatti il problema vero era proprio questo, che in giro c'erano mille cose da vedere, da vivere e imparare, ma io stavo piantato qua, fra una stanza di ospedale e il Villaggio Mancini. E quando non leggevo al babbo, quando non pedalavo fortissimo sulla bici per sentire il cuore che mi usciva dalle orecchie e il vento che mi rubava le lacrime, quando la mamma non mi stringeva nel suo abbraccio che mi toglieva il respiro e anche i pensieri, ecco, io mi sentivo tanto sperso e tanto, tantissimo solo. Solo, sì, anche se a  casa avevo un villaggio intero di zii, che già prima si erano promossi a nonni e adesso si comportavano pure da babbi. La solitudine è così, non devi mica essere solo per sentirla, ti prende anche in mezzo alla folla, perché quando ti senti solo davvero non è che ti mancano tante persone, te ne manca una, ma tanto. E a me mancava il mio babbo, e lo sapevo che un giorno sarebbe tornato, ma i mesi passavano e quel giorno non arrivava mai. E allora menomale che

Perle dai libri #155

Venerdì 23 febbraio. ore 16:30 Tre pareti e una montagna: il mondo finiva lì. Qualche cassa, un tavolo e una panca. Era la luce a farla sentire sicura. Le ombre si erano ritirate negli angoli e non facevano più paura, no: erano gentili e benevole. Aveva mangiato tutti i biscotti al cioccolato che erano sul bancone e adesso aveva un po' sete, ma non c'era niente da bere. Se solo papà fosse tornato. Pensò alla gita in montagna e alla motoslitta che era andato a prendere. Non aveva paura, quando guidava papà. Lui la faceva sedere davanti e la teneva stretta tra le braccia, con le mani sul manubrio. Una volta l'aveva perfino lasciata guidare. Ma siccome la motoslitta era pesante e curvare era difficile, poteva guidare solo quando c'erano pezzi dritti. Si domandò se rimettersi la tuta. Cominciava a fare un po' freddo. E poi così sarebbe stata pronta quando papà fosse tornato a prenderla. Fuori c'era la galleria. Aprì piano piano la porta e sbirciò di là.

J&J - Simon Curtis Flesh

This is not the way into my heart, into my head  Into my brain, into none of the above  This is just my way of unleashing the feelings deep inside of me  This spark of black that I seem to love  We can get a little crazy just for fun, just for fun  Don't even try to hold it back  Just let go  Tie me up and take me over till you're done  Till I'm done  You've got me fiendin' and I'm ready to blow  Push up to my body, sink your teeth into my Flesh  Get undressed, taste the flesh  Bite into me harder, sink your teeth into my Flesh  Pass the test, taste the flesh  Hold me up against the wall  Give it till I beg, give me some more  Make me bleed, I like it rough  Like it rough; rough; rough!  Push up to my body, sink your teeth into my Flesh  Hold my hands above my head  And push my face into the bed  Cause I'm a screamer baby, make me a mute  You put your hand upon my neck and f

Perle dai libri #154

Zsadist scosse la testa al ricordo delle ore silenziose che erano seguite. Lui e Phury avevano passato quasi tutto il tempo ad osservarsi, semplicemente. Erano entrambi in condizioni pietose, ma tra loro Phury era il più forte, malgrado gli mancasse una gamba. Con delle alghe e dei pezzi di legno gettati a riva dalle onde aveva messo insieme una zattera di fortuna che non garantiva nessuna stabilità. Quando il sole era tramontato, l'avevano trascinata nell'oceano galleggiando lungo la costa, verso la libertà. La libertà. Sì, come no.  Lui non era libero; non lo era mai stato. Tutti gli anni perduti non lo avevano mai abbandonato, la rabbia per ciò che gli era stato sottratto e per ciò che aveva subito era più viva che mai, più di quanto non fosse vivo lui stesso. Risentì Bella che gli diceva di amarlo. E gli venne voglia di mettersi a urlare. Invece riprese il cammino verso la Tana. Non aveva niente da darle, niente degno di lei, a parte la vendetta, perciò tanto vale

Sense8 - Gay Pride

Grazie. Grazie! Grazie San Paolo! Grazie. (Lito! Lito! Lito! Lito!) Volevo dirvi che sono molto onorato di essere qui. Questo non è vero.. A essere sincero io.. non ho mai avuto tanta paura quanta ne ho adesso. Per tutta la vita, ho dovuto fingere di essere chi non ero. E per diventare chi volevo diventare, non potevo essere chi sono. Io sono un uomo gay. Non avevo mai detto queste parole in pubblico prima. Io sono un uomo gay. IO SONO UN UOMO GAY. IO SONO UN UOMO GAY! Per quale motivo avevo tanta paura di dirlo? Perché so che la gente ha paura delle persone che sono diverse da loro e.. ammettere che io sono diverso, e rifiutare di fingere di essere chi non sono, può costarmi una carriera costruita fingendomi chi non sono, il che è un po' folle a pensarci, ma io l'ho fatto. Io l'ho fatto. Per anni ho vissuto nel mondo fittizio di un set cinematografico, mai osando immaginare che un giorno, avrei potuto avere il coraggio di fare una cosa come questa...

Perle dai libri #153

C'erano corse, sussurri nell'oscurità, tintinnii e fischi di bombolette, odore di pittura fresca, centinaia di macchie rosse che sgocciolavano dai muri come sangue sulla neve. A diversi incroci vidi passare lampi di luci della polizia e sentii sirene che laceravano l'aria gelida. Tutto il centro sembrava sul piede di guerra, devastato da una turba di vagabondi rapidi e clandestini, commando senza volto che si lasciavano alle spalle una scia implacabile di cuori rossi di tutte le dimensioni, in via Mazzini, sulla chiesa di Santa Maria della Scala, su quella di San Tomio, nella via della casa di Giulietta, sulla statua di Dante a piazza dei Signori, su palazzo Maffei, sulla colonna del leone di Venezia. Quel bombing sistematico della città non rispettava niente. Quando arrivai a piazza delle Erbe, che in quel momento stavano occupando i carabinieri - c'erano reparti antisommossa con caschi e manganelli, e gruppi di writers bloccati con le mani al muro e zainetti con bomb

Perle dai libri #152

Marnie L'ha lasciata sul frigo. La mia paga della settimana e una lettera in cui mi dice che è nei casini, e poi è arrivata la polizia. Mi hanno lasciato tenere i soldi, ma si sono presi la lettera. Gli sbirri sono fatti così. Cara Marnie, ho avuto un'emergenza e devo andarmene. Sei molto giovane, Marnie, ed essere giovani è un bene prezioso, che ti sfugge presto di mano,  e vorrei che non dovessi pentirti dei giorni che hai perso, è una cosa che fa piangere molto. Ti voglio bene, Mernie. Voglio bene a Nelly. E manda i miei più cari saluti a Lennie. Vlado Un altro nome nella lista degli assenti. Fra poco finirà lo spazio. La morte delle api Lisa O'Donnell Giudizio: 😊💗