Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2017

Perle dai libri #120

E alla fine io lo so. O la butto 'sta televisione o me ne faccio un'altra. Di quelle nuove, al plasma, HD. Ma a questa ci sono troppo affezionato. Mi ricorda tante cose. I ricordi. Sono quelli che mi hanno sempre lasciato a piedi. C'era un poeta tedesco che diceva che il passato è un morto senza cadavere. Non è vero. Il passato è un morto il cui cadavere non la smette mai di venirti a trovare. Di notte come di giorno. E la cosa ti fa pure piacere. Perché il giorno che il passato non dovesse più farsi vivo a casa tua, significa che ne fai parte. Sei diventato passato. Forse dovrei scopare di più. Pista nera Antonio Manzini Giudizio: 😊💓

Perle dai libri #119

«Gus, è pieno di storie di gemelli legati da una sorta di telepatia... Ti ricordi che ne parlavamo spesso? Lo sai, vero, che facevano gli stessi sogni? E quando cominciavano a ridere nello stesso istante e noi non capivamo il perché?» Angus si appoggiò allo schienale e si strofinò gli occhi con una mano impolverata. Ascoltava i rumori di casa. Kirstie era nella sua stanza e giocava con il suo vecchio iPad. Riusciva a sentire in lontananza i suoni del videogame che duettavano con il ticchettio della pioggia sui vetri del soggiorno. La figlia era persa in un mondo inesistente, e non poteva darle torto: era molto meglio della realtà. Angus ricordava benissimo quando Kirstie e Lydia ridevano nello stesso momento, chissà perché. Certo se ne ricordava: le guardava sconcertato  quando le gemelline scoppiavano  a ridere insieme senza aver scambiato una parola. Alle volte capitava anche se si trovavano in stanze diverse. Lui andava da una stanza all'altra e le sorprendeva a ridere nel

Perle dai libri #118

Intensità. E' convinto che si debba vivere con intensità. Seduto al volante, chiude gli occhi e si massaggia la nuca. Non sta cercando di liberarsi del dolore. E' venuto da solo e se ne andrà al momento opportuno in modo naturale. Non prende mai analgesici e schifezze del genere. Quello che sta cercando di fare è godersi  il più possibile quella sofferenza. Cerca con i polpastrelli un punto particolarmente infiammato, proprio alla destra della terza vertebra cervicale, e preme con forza fino a quando il dolore non gli provoca scintille di luce bianca e grigia nell'oscurità dietro le palpebre, come lontani fuochi artificiali in un mondo privo di colori. Molto piacevole. Il dolore è soltanto una parte della vita. Accettandolo, si può trovare nella sofferenza un'incredibile soddisfazione. Cosa ancor più importante, entrare in contatto con il proprio dolore gli rende più facile godere di quello degli altri. Due vertebre più in giù, individua un punto ancora

Perle dai libri #117

"Basta," ordinò. "Ieri sera, quando siamo stati insieme, quando mi hai baciato.. l'ho visto chiaro come il sole Stefan Joss, e anche se non pensi lo stesso di me o se pensi di non fidarti affatto.. lo fai. Lo stai già facendo." Rabbrividii. "Non devi mostrarti forte in ogni secondo della tua vita." Inspirò mentre alzava l'altra mano per mettermela sul collo. Tastò il battito del cuore che pulsava alla base della gola. "Non devi stare in guardia con me. Non voglio ridere di te, voglio ridere con te, e hai bisogno di capire la differenza." "Rand.." "Provocarti è divertente," ridacchiò e il dorso delle sue dita mi scivolò lungo la gola. Volevo quelle mani addosso e mi morsi l'interno della guancia per essere sicuro di non dar voce a quei desideri. "Non voglio che ti preoccupi di quelle ragazze." Tossii , prima di schiarirmi la gola. "Non me ne sono mai preoccupato." "Eccome se

Perle dai libri #116

«Potrebbe riuscire a entrare in macchina?» chiese Butch. «Se volesse, sì. Per fortuna non può essere ancora molto affamata.» «Già, be'.. e se in pancia le fosse rimasto un angolino per una gelatina alla frutta?» farfugliò Butch. La bestia scrollò la testa, agitando la criniera nera sottola la luna. Poi con un ululato si lanciò alla carica contro l'automobile, facendo grandiosi balzi sulle zampe posteriori. Butch controllò un'altra volta la serratura della portiera, poi pensò che tanto valeva fare la figura del fifone e si buttò a terra. La creatura si fermò proprio accanto al SUV e si accucciò. Era talmente vicina che quando espirava il suo fiato appanava il finestrino dal lato di Butch. Quel coso faceva spavento: con gli occhi bianchi socchiusi e quelle terribili zanne nelle fauci spalancate e ringhiose, sembrava uscito da uno di quegli incubi che si fanno quando si ha la febbre. Il sangue nero dei lesser  colava sul suo petto come petrolio greggio. La bestia

Shadowhunters - Magnus Bane e Alec Lightwood - War of hearts di Ruelle

💗 Magnus e Alec 💗 «Ogni adolescente del cavolo di questo mondo sente quello che sentivi tu: si sente rotto, fuori posto, diverso, come un principe nato per sbaglio in una famiglia di contadini. La differenza è che nel tuo caso è vero. Tu sei diversa. Forse non migliore… ma diversa. Ed essere diversi non è una passeggiata. Vuoi sapere com’è quando i tuoi genitori sono delle brave persone che vanno in chiesa e tu nasci con addosso il marchio del Diavolo?» Si indicò gli occhi con le dita contratte. «Quando tuo padre rabbrividisce solo a vederti e tua madre si impicca nel fienile, impazzita alla vista di suo figlio? Quando avevo dieci anni mio padre cercò di affogarmi in un torrente. Io lo colpii con tutta la forza della mia mente. Lo carbonizzai dove si trovava. Alla fine andai a rifugiarmi dai sacerdoti della chiesa. Mi nascosero. Dicono che la compassione è un cibo amaro, ma è sempre meglio dell’odio. Quando scoprii cos’ero in realtà, un essere solo per metà umano, mi od

Perle dai libri #115

Saltellò su un piede solo fino alla parete da cui proveniva il suono. Si concentrò tenendo d'occhio la fiamma della candela. Non vedeva nulla di strano, anche se era in preda ad una vaga sensazione che qualcosa si muovesse con lei nell'ambiente circostante. Si aspettava quasi di sentire un respiro caldo insinuarsi lungo il collo, ma non accadde niente. L'unica cosa che percepì fu un odore sgradevolmente acre che saliva, non diverso da quello che aveva sentito addosso a Lìf quand'era scesa dal piano di sopra. Si mise seduta per osservare meglio il pavimento. Le era costato qualche sforzo, e il dolore le fece coraggio. E che cazzo, non sarebbe successo niente che non potesse succedere comunque. La questione era se essere sconfitta in ginocchio oppure in piedi sulle proprie gambe, come un essere umano. Mi ricordo di te Yrsa Sigurðardóttir Giudizio: 😊

Perle dai libri #114

"Un giorno," disse dopo un silenzio profondo, "un giorno ti dirò che ti amo, Jimmy. Avrai solo una possibilità quando accadrà, perché avere quelle parole sospese, con niente a prenderle e nessuno a ripeterle, è il peggiore silenzio del mondo." James ricominciò a respirare. Non era un ultimatum, non proprio. Era solo un dato di fatto. Un avviso e una verità. Rafael lo amava già. Se James non fosse stato al passo con il programma, tutto quello che avrebbe fatto Rafael da quel momento in avanti sarebbe stata autodifesa. "Sarò pronto," mormorò. "Prometto, sarò pronto." Rafael sospirò, si girò contro di lui e James lo baciò, mettendo nel bacio tutto quello che pensava di avere. Non è Shakespeare Amy Lane Giudizio: 😊

Perle dai libri #113

«Di cosa hai paura, Mack?» Di te.  «Nessuno mi chiama così» replico mentre finisco di inserire la combinazione. Solo mio fratello usava questo diminutivo e, visto che non riesco a ricordare nemmeno il suono della sua voce, non voglio sentirlo. Faccio scattare il lucchetto e impreco piano quando il maledetto aggeggio non si apre. «Ci penso io.» Levi mi scosta e un profumo di uomo, muscoli e qualcosa che di certo non è Axe mi investe. Con movimenti abili muove le rotelle, passa sul quattordici, poi sul venti, infine direttamente cinque. Clic. «Come hai fatto?» «Le mie mani non tremano.» Merda. «Ma come sapevi la combinazione?» «Memoria fotografica» Sfoggia un ghigno soddisfatto. «E' un po' di pratica nelle effrazioni.» Non so se stia scherzando, perciò con la mano tengo chiuso lo sportello, cercando di bloccare ciò che in me è tutt'altro che fermo. «Credo che allora dovrò cambiare lucchetto» dico. Lui lo estrae e lo fa dondolare su

Perle dai libri #112

Eppure con Ben funzionò. Quando andarono a letto, al buio, con le luci che sfarfallavano inquiete dietro le imposte, il codardo che era in Grip sibilò dal suo nascondiglio. Ecco chi era quello che voleva andarsene. Il codardo che era in lui aveva sempre voluto fuggire. Riflessivo, soppesava i pro e i contro di ogni cosa, diffidava delle apparenze. Ecco le verità oscure che emergevano da quella piccola, disgustosa creatura di egoismo. «Forza, fa' le valigie e vattene. Scegli: vuoi finire anche tu nel baratro?». Quando sentì il respiro di Ben, fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Dormiva così tranquillo. Gente come von Hoffsten avrebbe sempre trovato qualcuno con cui sostituirlo, ma Ben no. Ben si fidava di lui, anche adesso, con una manciata di giorni che restavano di quella che sembrava essere la vita stessa. Si fidava di lui e dormiva sereno. Grip riusciva appena a distinguere la sua figura al buio. Quella figura era la sua Casa e, se si fosse deciso, il suo Tutto. Fu all

Angel with the shotgun - The Cab

I'm an angel with a shotgun, shotgun, shotgun An angel with a shotgun, shotgun, shotgun Get out your guns, battles begun Are you a saint, or a sinner? If loves a fight, than I shall die With my heart on a trigger They say before you start a war You better know what you're fighting for Well baby, you are all that I adore If love is what you need, a soldier I will be I'm an angel with a shotgun Fighting til' the wars won I don't care if heaven won't take me back I'll throw away my faith, babe, just to keep you safe Don't you know you're everything I have? And I, wanna live, not just survive, tonight Sometimes to win, you've got to sin Don't mean I'm not a believer And major Tom, will sing along Yeah, they still say I'm a dreamer They say before you start a war You better know what you're fighting for Well baby, you are all that I adore If love is what you need, a soldi

Perle dai libri #111

«Non mi stupisce che abbia dovuto trascinarti fuori dalla sua macchina, pare proprio che tu..» S'interruppe, stringendo le labbra. Socchiusi gli occhi. «Cosa? Finisci la frase.» Contrasse la mascella e fece un profondo respiro. «Niente. Sono incazzato e stavo per dire qualcosa di brutto, che non penso.» «Prima non ti trattenevi mai.» «Lo so. Ci sto lavorando», rispose dirigendosi verso la porta. «Ti lascio vestire.» Raggiunta la maniglia, si fermò e si sfregò il braccio. Non appena le dita toccarono la chiazza violacea che aveva sotto la pelle, Trevis sollevò il gomito e notò il livido. Lo fissò per un istante e si voltò verso di me. «Ieri sera sono caduto dalle scale. E tu mi hai aiutato ad andare a letto..» disse, passando al vaglio le immagini confuse nella sua mente. Il cuore mi martellò nel petto e deglutii con forza quando capii che stava ricordando. Socchiuse gli occhi. «Noi..» fece avvicinandosi di un passo, guardando prima l'armadio e poi