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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Perle dai libri #48

«Okay. Come ti è sembrato quando ha risposto alle tue domande?» «Che cosa vuoi dire?» «Hai creduto a quello che ti ha detto?» «Sì, no..» «Non avere paura, Halvorsen. Dimmi soltanto quali sensazioni hai avuto, ti prometto che non saranno usate contro di te.» Halvorsen abbassò lo sguardo sul tavolo e indicò il menu delle pizze. «Se Mosken ha mentito, allora devo ammettere che lo ha fatto molto bene.» Harry sospirò. «Fai in modo che Mosken sia sorvegliato. Voglio che due uomini sorveglino il suo appartamento, giorno e notte.» Halvorsen annuì, prese il cellulare e compose il numero. Harry udì il suono della voce di Møller mentre continuava a tenere d'occhio il neonazista seduto in fondo al locale. O come amavano farsi chiamare. Nazionalsocialisti. Nazionaldemocratici. Poco tempo prima era riuscito a mettere le mani su una tesi universitaria che era arrivata alla conclusione che in Norvegia esistevano 57 gruppi di neonazisti. Un cameriere portò la pizza ordinata d

Perle dai libri #47

«Per prevenire il crimine gli americani stanno studiando tecniche di lettura  di uno specifico linguaggio neuronale..» continuò Giulia. «Davvero?» Puntati i gomiti sulla scrivania Pietro Aloisi la fissava con crescente interesse. «Pare che il pensiero sia già contenuto nei neuroni.. Lombroso era certo di scoprire la natura di una persona dai tratti del suo volto. Oggi, con l'aiuto della tecnologia, stanno cercando di capirne i pensieri.» E lei, che cosa desiderava veramente? «Si arriverà a scovare un assassino unicamente intercettando i suoi pensieri?» domandò meravigliato il procuratore. Si tolse gli occhiali; con il pollice e l'indice si strinse l'attaccatura del naso. Divertita Giulia  rispose: «Pensieri colpevoli? Oddio, basterebbe soltanto concepirli per essere puniti?» Lo guardava di sottecchi: l'uomo aveva dita lunghe e magre. Si accorse del colore dei suoi occhi, castano scuro, un istante prima che rimettesse gli occhiali. Le sembrarono lo sc

♥♥♥ UraBoku ♥♥♥

B.E.L.L.I.S.S.I.M.O! ♥♥♥ Alibi No warning sign, no alibi, We faded faster than the speed of light. Took our chance, crashed and burned No, we'll never ever learn. I fell apart,but got back up again, And then I fell apart, but got back up again, Yeah. We both could see crystal clear, That the inevitable end was near. Made our choice, a trial by fire, To battle is the only way we feel. I fell apart, but got back up again, And then I fell apart, but got back up again, And then I fell apart, but got back up again. Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh So here we are, the witching hour, The quickest tongue to divide and devour Divide and devour If I could end the quest for fire, For truth, for love, and my desire, My desire. And I fell apart, but got back up again Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh Away oh I fell apart, I fell apart, I f

On choisit pas ses parents

Mais bonjour! ^_^ Il resto del post lo scrivo in italiano, va. Come avrete notato, carissimi lettori, il video è in francese, poiché il film dal cui è stato estratto è stato girato in Francia e nel nostro bel Paese non è approdato (ho buoni motivi per ritenere che non approderà mai, ma lasciamo stare le polemiche, va). Non potevo farne una Perla, quindi. Però ho voluto pubblicarlo ugualmente perché il film deve essere proprio carinissimo. Detto questo: On choisit pas ses parents è ispirato al romanzo Oh, Boy! di Marie-Aude Muriel. Chi ha letto il libro, di cui ho pubblicato la Perla esattamente un post più in basso, non faticherà a riconoscere alcune scene. E, sempre chi ha letto il libro, pur non capendo un bel niente della lingua francese, non faticherà a riconoscere alcuni dialoghi. Per lo meno.. io non ho fatto fatica! :D Beh.. il giudice tutelare è diventato un maschio mentre nel libro è una donna, ma mantengono entrambi la passione per la barretta di cioc

Perle dai libri #46

«Cucù!» Era Bart. Subito Morgane girò il foglio per nascondere la sua vergogna e il suo crimine. Si alzò, le mani congiunte in un gesto di supplica. «Cosa ti è successo?» le chiese Bart, con quell'aggressività nella voce di cui non si rendeva conto. «Ho fatto una cosa brutta» confessò la bambina. «Che cosa? Su, smetti di frignare!» Morgane singhiozzò: «Ho... ho... » e il resto non veniva. A Bart venne voglia di finirla a colpi di cartella. «Ho preso uno ze.. ze.. ro!» «Accidenti!» disse Bart fingendo di sembrare disperato. «Già sei bruttarella, se in più mi diventi anche stupida...» Si sedette sul letto. «Ma smettila» brontolò. «Sai quanti zero ho preso io? Eppure, vedi? Questo non mi ha impedito di diventare un bel ragazzo completamente incapace!» «Non è.. non è.. la cosa più grave» singhiozzò Morgane. «Cos'altro? Hai castrato il tuo fidanzatino perché intortava la tua miglior amica?» Morgane scosse la testa. No, non era esattamente questo. Bart affer

♥ Open Wounds ♥

"Ecco cosa siamo, Chris ed io: ferite aperte. Ma io ho bisogno di lui per guarire."             In the dark with the music on  Wishing I was somewhere else  Taking all your anger out on me, somebody help  I would rather rot alone  Then spend a minute with you  I'm gone, I'm gone  And you can't stop me from falling apart  'Cause my self-destruction is all your fault  How could you, how could you, how could you hate me?  When all I ever wanted to be was you?  How could you, how could you, how could you love me?  When all you ever gave me were open wounds?  Open wounds Downstairs the enemy sleeps  Leaving the TV on  Watching all the dreams we had turn into static  Doesn't matter what I do  Nothing's gonna change  I'm never good enough  And you can't stop me from falling apart  'Cause my self-destruction is all your fault  How could you, how could you, how could you hate me?

Perle dai libri #45

Due silenzi diversi, con due toni distinti. Ma avevano una cosa in comune: un mare di grigio e di dolore. Mi fermai davanti alla soglia della camera. La sua parte dell'armadio era completamente vuota. Fu uno shock terribile. Non avrei mai immaginato che pochi cassetti vuoti potessero conservare tanto delle cose che prima contenevano, e neppure che fosse possibile travasare una vita intera in valigia in così poco tempo. L'uomo al telefono mi stava supplicando, e io non riuscivo a staccare gli occhi da quei sei cassetti aperti a metà, l'uno sopra l'altro... Come una scala di desolazione. Mi avvicinai al comodino di lei. Aprii i cassetti, che in genere traboccavano di cianfrusaglie. Nessuno di quegli oggetti era importante, forse. Io però ritenevo sempre che, se qualcosa finiva dentro un comodino, voleva dire che aveva superato la giornata, accompagnandoti fino al letto, al sonno e alla notte, per cui era preziosissimo. Quando entravo nella stanza di un bambino

I Trust You

Learning again that I am not my own  Crawling back to where I belong  Caught in between knowing You and trusting me  Come on take a ride out of the in betweens  Now I know I need You  When I can't see, I will trust You  And when I get weak, I trust You  And when I just can't let it go  I trust that You are in control  Shelter me so I can find some peace  Grabbing hold of You is letting go of me  It's easy when I remember I possess all that lays beyond my grasp  Your power commands the weight off my back  Now I know I need You  When I can't see, I will trust You  And when I get weak, I trust You  And when I just can't let it go  I trust that You are in control  Now I know I trust You When I can't see, I will trust You  And when I get weak, I trust You  And when I just can't let it go  I trust that You are in control  I TRUST YOU I TRUST YOU I TRUST YOU I trust that You are i

Perle dai libri #44

Erin entra con i cappotti dei nostri clienti. Attira lo sguardo di Drew e tamburella sull'orologio. Lui fa un discreto cenno di assenso. «Propongo di uscire a festeggiare. Tingiamo di rosso la città! Vediamo se voialtri cittadini siete capaci di tenere il passo con gente come me», dice Jackson Howard. Anche se ha quasi settant'anni, la sua energia è quella di un ventenne. E sospetto che abbia in serbo parecchie storie da raccontare, sui numerosi tori che ha cavalcato nella sua vita. Apro la bocca per accettare l'invito, ma Drew mi precede. «Ci piacerebbe Jack, ma sfortunatamente Kate ed io abbiamo già un appuntamento. C'è una macchina che vi aspetta di sotto per accompagnarvi nei migliori locali della città. Divertitevi. Offriamo noi». Si alzano e Jack si tocca il cappello rivolto verso Drew. «Davvero gentile da parte tua, figliolo». «Il piacere è nostro». Mentre andiamo verso la porta, Jack Jr si volta verso di me e mi porge il biglietto da visita. «E&#

Perle dai film - Warm Bodies

"All'inizio avevamo paura. Ma tutte le grandi cose all'inizio fanno paura, no?" Ahhh.. che bello! Neanche me la ricordavo più l'ultima volta che ho bevuto una birra. Mi sa che non sei così cattivo, Signor Zombie. Ummm ... il mio... nome. Hai un nome? ..... E come ti chiami? Rrrrrr ERRE? *Che figura del cavolo. Vorrei morire di nuovo* Rrrrrr Il tuo nome comincia per  ERRE? Um um Ahm .. Robert? Um.. Richard? Um.. Randy? Ahm.. Rafael? Ricardo? ..... Potrei chiamarti solo R? Ummm Cominciamo a conoscerci, no? R... Warm Bodies Film romantico/commedia/horror In questa scena: Nicholas Hoult ( R ) Teresa Palmer ( Julie ) Colonna sonora

Perle dai libri #43

Julie smette di mangiare e fissa la bottiglia. Mi guarda e sorride. «Però, signor Zombie. Mi hai letto nel pensiero». Svita il tappo e dà una lunga sorsata. «Anche la birra non la bevevo da un po'. Dentro lo Stadio non sono ammesse sostanze che alterano la mente. Bisogna stare sempre all'erta, sul chi va là, eccetera eccetera». Prende un'altra sorsata e mi studia con uno sguardo un po' sarcastico. «Forse non sei un vero mostro, signor Zombie. Cioè, chiunque apprezzi una buona birra è quasi okay per i miei parametri». La guardo e mi porto una mano al petto. «Il mio... nome...». Respiro affannosamente ma non so come continuare. Lei mette giù la birra e si china un po' in avanti. «Hai un nome?». Annuisco. Le labbra le si arricciano in un sorrisetto divertito. «Come ti chiami?». Chiudo gli occhi e mi sforzo di pensare, cercando di tirarlo fuori dal vuoto, ma ci ho già provato un sacco di volte in passato. «Rrr», dico, cercando di pronunciarlo. «Rur? Ti

Le MiceCuginette

 Miaaaao. Ben ritrovati lettori di questo sventurato blog. Sì, sono sempre io: Konoha. Sono passata per farvi un miao-salutino e, soprattutto, per presentarvi la mia MiciaCuginetta Mia. No, non è una ripetizione, si chiama proprio così: Mia ! E' risaputo, noi felini amiamo sonnecchiare. Sonnecchiare raggomitolati al calduccio, quando è freddo. Sonnecchiare spaparanzati, anche al sole, nella bella stagione. Ma da quando la mia Dil si è presentata a casa con questo miao-giochino nuovo tutto mio mio miao.. ho capito qual è la mia aspirazione: il micio da guardia!

Perle dai libri #42

- Niente è più importante della segretezza della nostra esistenza! Spero che tu non ti sia confidato con lei. - L'ho lasciata nell'ignoranza il più possibile - rispose Roman con un sospiro. - Purtroppo il mio harem non ha tenuto la bocca chiusa. L'arcigna espressione di Angus era minacciosa. - Che cosa sa? - Il mio nome, la mia attività, il mio indirizzo.. e il fatto che sono circondato di donne. Ma ignora la nostra natura di vampiri. - Fino a quel momento, almeno: data l'intelligenza di Shanna, Roman sapeva che sarebbe riuscita a capire la verità. Angus sbuffò. - Spero solo che per quella donna ne valga la pena. Se Petrovski scopre che la stai proteggendo.. - Lo sa, infatti. - dichiarò Gregori. - Merde  - sussurrò Jean-Luc. Angus fece una smorfia. - L'hai invitato al ballo? - Sì - rispose Roman, piegandosi in avanti con le braccia incrociate sulla scrivania. - Ma gli inviti sono stati spediti prima che insorgessero i problemi. Petrovski è invitato

Il sipario è calato.. ma torneremo!

Bene. Oggi, credo di poter scrivere questo post senza rischiare di trascorrere due ore davanti al monitor a versare lacrime (tra l'altro, sarebbe una replica in grande stile di quanto è successo esattamente la notte di venerdì 27 Giugno). Non intendo fare una cronaca delle ultime tre partite di basket del Campionato appena concluso. Non avrebbe neanche granché senso dopo tanto tempo. Sei giorni, lo so. Ma lo scudetto è andato e, tutti gli appassionati di basket, a questo punto, sanno quale squadra se l'è appuntato sulla maglietta. A prescindere dal risultato - anche se quello conta eh! -  voglio elogiare la Mens Sana. Non ha mai smesso di lottare. Tutte le volte che ho sentito pronunciare la frase  Siena non molla mai,  ho pensato che, forse, non ci sarebbe stato altro modo che fosse più appropriato per descrivere il cuore, la determinazione, la forza e l'amore di questa grande squadra del basket made in Italy e dei suoi tifosi. Ha gestito magnificamente i Playoff,