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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

Black out and stand by

Black out... Manca solo il tilt  per fare enplein. E' circa cinque giorni che accedo al blog, ne fisso la pagina bianca con i pensieri che si rincorrono come a contendersi assoluta precedenza l'uno sull'altro e poi .. black out . Il passo successivo? Li metto in stand by , ovviamente! Stasera ho mal di testa e, quindi, sono prossima all'ultima tappa .. il tilt. Niente che un po' di biscotti con le goccine di cioccolato e una dolcissima tazza di tè verde con il miele non possano risolvere... almeno spero. E così me ne sto arrotolata nel plaid, sul lettone, in una posizione che manco un contorsionista esperto replicherebbe, sforzandomi di non rovesciare il tè, di non sbriciolare troppo con i biscotti e di digitare sulla tastiera.. tutto nello stesso momento. Viene da chiedersi quante mani ho, vero? Due.. ve lo assicuro. :) Piove. Piove da questa mattina, più o meno intensamente ma senza smettere mai. Alle 8:20, proprio mentre incoraggiavo le Pest

Perle dai libri #09

«Pensala in questa maniera», lo esortava cinque minuti dopo Wyzer. Erano in un posticino New Age che si chiamava Alba-Tramonto . Faceva un po' troppo felceto, per il gusto di Ralph, che propendeva per i ristoranti all'antica dove scintillava il cromo e odorava il grasso, ma la torta era buona e se il caffè non era a livello di quello di Lois Chasse (il migliore che avesse mai bevuto) era bello caldo e forte. «Quale maniera?» chiese. «Ci sono cose alle quali l'uomo, e anche la donna, mira costantemente. E non sto alludendo a tutte quelle cose che finiscono nei libri di storia, almeno per la gran parte. Io parlo di cose fondamentali. Un tetto sotto il quale ripararsi dalla pioggia. Due pasti caldi e un giaciglio. Una vita sessuale decente. Viscere sane. Ma forse fra tutte le  cose fondamentali, la più fondamentale è quella che manca a te, amico mio. Perché non c'è niente a questo mondo che si possa paragonare per importanza a una buona dormita, vero?» «Non sai qu

Il buongiorno si vede dal mattino

E a me è quasi venuto un infarto, stamattina, quando ho aperto la finestra, e poi le imposte esterne, e ... ammirate che bestione è balzato all'interno (per fortuna beccando il vetro della finestra e non me, altrimenti avrei dato la sveglia a mezzo "Paese della pace dei sensi", dove dimoro! :D ) Adesso .. dalla foto, forse, non si coglie, ma era enorme!! Ma che insetto è? Una cavalletta geneticamente modificata? Con la licenza di uccidere?! Ci si apposta dietro le imposte dell'ignara sprovveduta di turno, se non con l'intento di farla fuori? Azzardo un no! ^_^'' Io non temo gli insetti, onestamente. A parte le zanzare che mi divorano tutto il sangue fino all'ultima goccia e le mosce che mi fanno sinceramente schifo.. gli altri non mi danno fastidio, eccetto quando attentano alla mia vita! Beh, comunque, penso si sia notevolmente spaventata anche lei ... lui ... non ho idea del sesso della bestiola. Ho richiuso la finestra di botto perché, o

Lucca Comics 2012

Posso dirlo? Lodicolodicolodico!! IO C'ERO!! O, meglio, NOI c'eravamo! Io, la Stellina e, naturalmente, le immancabili Bande. Come potevo perdermi un evento come il Lucca Comics and Games? Non potevo! E, poco più di una settimana dopo, sento ancora i brividi frizzare sulla pelle. E' stata un'esperienza stupenda e da ripetere, senza ombra di dubbio. A cominciare dal ritorno in Toscana, dalla Stellina, con la quale ho trascorso 24 ore intense e piacevolissime. C'è da dire che da quando ci siamo accordate per questa bellissima avventura, la sfiga, che da anni perseguitava la Stellina impedendole di andare a Lucca, si è accanita in ogni modo: malattie, pestilenze, guasti alla macchina, previsione di un diluvio universale, ritardo dei treni (vabbé, Trenitalia è sfigata di suo!!). Ma, alla fine, ce l'abbiamo fatta e, cari amici lettori... è stata una di quelle soddisfazioni che quando te la prendi, non te la scordi più! Persino la "sc

Perle dai libri #08

In Cielo, io cominciai a piangere. Che altro potevo fare?  «Questa candelina era il segnalino che usava Susie per giocare a Monopoli» disse papà. «Io di solito gioco con il fiaschetto o a volte con il fungo. Lindsey con la donnina e quando gioca anche tua madre, vuole il vaso con la pianta».  «Quella è una paperella?».  «Sì, è una paperella».  «La voglio io!».  «D'accordo» disse mio padre. Era paziente. Aveva trovato il modo per spiegarglielo. Teneva il figlio sulle ginocchia e mentre parlava si sentiva addosso il suo corpicino, il suo peso così umano, così caldo e vivo. Questo lo confortò. «D'ora in avanti la paperella sarà il tuo segnalino. Qual è quello di Susie, te lo ricordi?».  «La candelina» rispose Buckley.  «Giusto, io sono il fiaschetto, tua sorella la donnina e tua madre la pianta».  Mio fratello era concentratissimo.  «Adesso mettiamo tutti i segnalini sul tabellone, va bene? Comincia tu e fallo anche per me».  Buckley ne afferrò qualcuno e