Passa ai contenuti principali

Diario delle vacanze 6 - La Reggia di Caserta


Dillina di ritorno (da un bel po' ma impedimenti di natura tecnica hanno ritardato la stesura di questo post in maniera quasi vergognosa!) dalle vacanze.
Quest'anno niente mare. In realtà, a parte la tanto sospirata visita alla Reggia di Caserta, c'è ben poco da annotare.
Abbiamo, sostanzialmente, fatto un tour dai parenti. Una mattinata al mare, una mattinata in piscina e poi tante pizze e cibo locale, che in Friuli possiamo soltanto sognare (a meno di non volersi accontentare di pallide e insapori imitazioni).

Ma veniamo al punto centrale delle mie vacanze 2015.


Reggia di Caserta.







Dettaglio volta del vestibolo
Scalone Reale
Il bellissimo Palazzo Reale di Caserta mi ha lasciata a bocca aperta per tutta la durata della visita.
Gli esterni erano in ristrutturazione e la facciata aveva perso un po' del suo fascino per le impalcature.
Ma gli interni sono da mozzare il fiato.
La Reggia di Caserta fu commissionata dal Re Carlo di Borbone all'architetto Luigi Vanvitelli che cominciò i lavori di costruzione nel 1752. Morì prima che l'opera fosse completata e gli successe il figlio, Carlo. 

Considerata la più bella e maestosa esistente al Mondo, la Reggia di Caserta è stata eretta su una superficie di 61,000 m² , ha la forma di un rettangolo lungo 250 m e largo 200.
Un palazzo di 5 piani, per un totale di 40 m di altezza. Possiede 4 cortili interni e ben 1742 finestre. Al suo interno trovano posto più di 1000 ambienti.
Insomma, i numeri parlano da soli e descrivono l'assoluta magnificenza di questo progetto.
Lo  stile Barocco italiano domina nella costruzione degli interni insieme allo stile neoclassico e lo stile Impero degli arredi.
L'entrata principale alla Reggia si apre su un vestibolo ottagonale dal quale si accede ai cortili interni, al parco e allo scalone Reale o scalone d'Onore. L'immenso scalone a doppia rampa conduce ad un altro vestibolo dal quale si accede alla Cappella Palatina e agli appartamenti.

Vestibolo primo piano

Cappella Palatina

Sala degli Alabardieri
Sale immense si susseguono in una meraviglia di affreschi e sono impreziosite da decorazioni ricche in ogni piccolo dettaglio. La prima stanza in cui si accede è la Sala degli Alabardieri.
Prima di cinque Anticamere che conducono alla Sala del Trono, la Sala degli Alabardieri era destinata a funzioni di rappresentanza. La bellissima volta del soffitto è decorata con l'affresco Le armi di Casa Borbone sostenute dalle Virtù eseguito dal pittore Domenico Mondo nel 1789.
La seconda Anticamera, anch'essa destinata alle medesime funzioni, è la Sala delle Guardie del Corpo.

Affresco del soffitto della Sala degli Alabardieri

Bassorilievo Sala delle Guardie del Corpo
Detta anche "Sala degli Stucchi" per la ricchezza degli stucchi che la decorano. Al centro della parete di destra è collocata la scultura raffigurante Alessandro Farnese in abito da condottiero romano, incoronato dalla Vittoria per aver ricondotto sotto la religione cattolica i popoli protestanti delle Fiandre, opera di Simone Moschino.
Le pareti sono impreziosite da dodici bassorilievi raffiguranti Episodi della Seconda Guerra Punica, realizzati tra il 1786 e il 1789.

Scultura Alessandro Farnese - Sala delle Guardie del Corpo

Affresco del soffitto della Sala delle Guardie del Corpo

La Sala di Alessandro
Si giunge così alle terza Anticamera: La Sala di Alessandro. Detta anche "Sala dei Marmi", che funge da "trait-d'union" tra gli ambienti del Settecento e gli ambienti dell'Ottocento.  Nel periodo del governo francese, la Sala fu utilizzata come Sala del Trono, e le poltrone, in legno dorato con pomi d'Avorio e tappezzeria Gobelins, svolsero la funzione di trono per Gioacchino Murat e sua moglie Carolina Bonaparte. Da qui, sulla destra si accede all’Appartamento Nuovo, definito anche Ottocentesco, in riferimento al periodo storico in cui furono portati a termine i lavori di arredo e decorazione, mentre a sinistra si accede all'Appartamento Vecchio o Settecentesco.
Affresco volta Sala di Alessandro

L'Appartamento Nuovo si apre con la Sala di Marte, denominata "Anticamera per i Titolari e i Baroni del Regno, Ufficiali Maggiori ed Intendenti Esteri". Le decorazioni neoclassiche sono un'esaltazione delle virtù militari che avevano consentito ai Francesi di conquistare il regno di Napoli, e hanno come tema Marte, Dio della guerra. Al centro della Sala è collocata la Coppa monumentale in alabastro agatizzato e marmo serpentino, opera di bottega romana della prima metà dell'Ottocento. L'affresco della volta rappresenta La morte di Ettore e il trionfo di Achille.

Sala di Marte

Affresco volta Sala di Marte

Dalla Sala di Marte si accede alla Sala di Astrea. Questa fungeva da "Anticamera per i gentiluomini di Carriera, Ambasciatori, Segretari di Stato e di altre persone privilegiate". Prende il nome dal dipinto della volta, opera del pittore francese Jacques Berger, e rappresenta Il trionfo di Astrea dea della Giustizia, fra la Verità e l'Innocenza. Si ritiene che il pittore, uno dei preferiti del Murat, si sia ispirato alla consorte di quest'ultimo per creare le fattezze di Astrea.

Affresco volta della Sala di Astrea
Questo percorso di cinque meravigliose Anticamere sfocia nel cuore della Reggia: La Sala del Trono.
Larga 15 metri e lunga più di 40 metri, fu inaugurata nel 1845, in occasione del VII Congresso degli Scienziati Italiani. La profondità della Sala accresce la maestosità di questo ambiente, allora simbolo del potere assoluto. Sul fondo è collocato un trono portatile, in legno dorato, intagliato e tappezzato in velluto. Come si può vedere, i colori dominanti sono il bianco e l'oro. Il dipinto centrale della volta, del pittore napoletano Gennaro Maldarelli, raffigura La posa della prima pietra del Palazzo il 20 gennaio 1752.

Sala del Trono
Dettaglio tabella sovrapporta
Trono
Dettaglio trono
Affresco volta Sala del Trono
Subito dopo la Sala del Trono, troviamo la Sala del Consiglio. 

Sala del Consiglio

Tavolo Sala del Consiglio
Al centro della Sala c'è il Tavolo da parata, intagliato e dorato, con il piano in velluto di seta cremisi, su cui sono inseriti medaglioni di porcellana, con miniature raffiguranti I costumi del Regno di Napoli. L'affresco che decora la volta di questo ambiente, Minerva che incorona l'Arte e la Scienza, è un opera del pittore Giuseppe Cammarano.

Affresco volta Sala del Consiglio

Organo meccanico a cilindro
L’itinerario di visita prosegue con la stupenda mostra, situata in quelle che vengono definite Retrostanze, di manufatti d’eccellenza delle Collezioni borboniche. Due pregiati organi meccanici a cilindro, del maestro Anton Bayer, le preziose culle dei Principi Savoia, e modellini in legno delle giostre che Alfonso di Borbone commissionò per il parco annesso alla“ Favorita”, residenza prediletta da Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando IV di Borbone.





Modellino


Modellino giostra

Culla del Principe Savoia

Dalla Sala del Consiglio, poi, si accede agli appartamenti del Re. L'Anticamera e la stanza da letto di Francesco II. Il bagno. Le Anticamere e la stanza da letto di Gioacchino Murat.
Nell'Appartamento Ottocentesco prospera lo stile neoclassico, che caratterizza gli arredi in tutte le sue forme. Da quelle solide e solenni dello stile Impero della camera da letto di Francesco II, con il bellissimo e monumentale letto a baldacchino, a quelle eleganti  della toilette in marmo di Carrara nel bagno del sovrano. Completano l'appartamento la saletta della Portantina e la cappella di Pio IX.

Anticamera della stanza da letto di Francesco II

Stanza da letto di Francesco II

Dettaglio del letto a baldacchino

Prima aticamera di Gioacchino Murat

Salottino - Seconda anticamera di Gioacchino Murat

Camera da letto di Gioacchino Murat

Ritratto di Giulia Clary e delle figlie Zenaide e Carlotta
Opera del pittore napoleonico Jean Baptiste Wicar. Alla parete
nella camera da letto di Gioacchino Murat.

Cappella di Pio IX

Ripercorrendo il tragitto a ritroso, si attraversa la Sala di Alessandro e, dalla parte opposta, si accede all'ala Settecentesca o anche Appartamento Vecchio. Le prime quattro stanze dell'ala Settecentesca sono dette Stanze delle quattro Stagioni per gli affreschi delle volte dei soffitti che, appunto, rappresentano le quattro stagioni.

Sala di Ricevimento o Sala della Primavera
Prima delle quattro stanze dedicate alle stagioni è la Sala della Primavera. Fu affrescata dal pittore siciliano Antonio de Dominici con un'Allegoria della Primavera. Al centro della Sala c'è una fiorista a tripode in legno riccamente intagliato e dorato, con tre vasi di porcellana lumeggiata oro con fiori dipinti. Il maestoso e stupendo lampadario è in vetro di Murano.

Lampadario in vetro di Murano nella Sala della Primavera

Salottino o Sala dell'Estate
La seconda stanza è la Sala dell'Estate. La volta è stata affrescata dal pittore  Fedele Fischetti e rappresenta Prosperina che durante l'Estate ritorna dal regno dei morti alla madre Cedere. La Sala successiva è la Sala dell'Autunno, il cui bellissimo affresco rappresenta L'incontro tra Bacco e Arianna.

Sala da pranzo o Sala dell'Autunno
Affresco della volta della Sala dellAutunno.

Sala dell'Inverno
Ultima delle quattro è la Sala dell'Inverno. Affrescata con il mito di Borea che rapisce Orizia anch'essa opera di Fedele Fischetti che si avvalse della collaborazione di Filippo Pascale per le quadratura. Nel centro della Sala è disposto un tavolo circolare con il piano costituito da due consoles affrontate in pietre dure, opera del direttore del Laboratorio Reale di Pietre Dure di Napoli, Gaspare Mugnai.
Affresco della volta nella Sala dell'Inverno


Anticamera Stanza da letto di Ferdinando II
Anticamera alla Stanza da letto di Ferdinando II, sono il salottino e lo studio. La prima saletta è denominata Gabinetto Ricco di Sua Maestà o Galleria di Sua Maestà. Per impreziosire le pareti di questa Sala, il Re commissionò ad Hackert di dipingere le località a lui più care, da tenere sempre in vista nello studio. Dietro la parete dello specchio fu realizzato, per non disturbare il Re durante le ore di lavoro, un corridoio che conduceva dal fumoir alla stanza che segue immediatamente lo studio.





La camera da letto di Ferdinando II è l'ambiente comunemente identificato come il luogo dove morì, il 22 maggio 1859,  di ritorno dalle terre pugliesi dove aveva accompagnato il figlio Francesco II a ricevere la futura sposa Maria Sofia di Baviera.


Stanza da letto di Ferdinando II

Le quattro stanze che seguono sono  quelle che costituiscono l’Appartamento della Regina Maria Carolina. Si tratta di quattro piccoli ambienti decorati secondo il gusto “rocaille”.
Bella la Stanza da lavoro, con le pareti rivestite di raso giallo incorniciate da specchi prodotti presso la Real Fabbrica di Castellammare. Dalla volta di questa stanza pende un lampadario in bronzo dorato e legno, arricchito da piccoli pomodori che alludono alla fertilità della terra campana.
Nella seconda saletta, detta anche "Gabinetto degli Stucchi", le pareti sono rivestite da specchi arricchiti da festoni di fiori bianchi in stucco. L’arredo è composto da poltrone “à la duchesse”, intagliate da Gennaro Fiore, da un tavolo parietale e da consolles angolari di legno tinto bianco e oro con ripiano di marmo fior di persico.
Dalla piccola sala degli Specchi si accede, tramite due porticine, al"Gabinetto per uso del Bagno" e al "Gabinetto ad uso del Ristretto".

 
Stanza da lavoro di Maria Carolina

Dettaglio Gabinetto degli Stucchi


Dettaglio Gabinetto degli Stucchi

Dettaglio Gabinetto degli Stucchi

Affresco volta del Gabinetto degli Stucchi

A queste sale seguono le stanze dedicate alle dame di corte. Oltrepassando il "boudoir", destinato al ricevimento della Regina, la prima stanza che si incontra e la Sala da Ricevimenti. Nella volta campeggia l'affresco del Fischetti che raffigura L'Età dell'Oro datato 1779. Le sovrapporte e i sovraspecchi rappresentano allegorie della Musica, Pittura, Scultura, Architettura e Armonia.
Infine, la Sala delle Dame di Corte, dove al centro della volta si ammira "Il rapimento di Cefalo da parte di Aurora su un carro trainato da putti", affresco di Fedele Fischetti e Filippo Pascale.


Sala dei Ricevimenti

Affresco volta Sala delle Dame di Corte


Dettaglio affresco Sala delle Dame di Corte. E un affresco bellissimo, tra i più belli che adornano la Reggia di Caserta. Ad una prima occhiata sembra addirittura che gli Angeli siano in rilievo. E' stupendo.

Fanno parte dell'appartamento della Regina, le due Sale di lettura e la meravigliosa Biblioteca Palatina, anch'essa suddivisa in due ambienti.
La Biblioteca fu voluta secondo la tradizione dalla Regina Maria Carolina, donna di cultura e di gusto raffinato. Per la decorazione delle pareti fu chiamato a Corte un artista tedesco, Heinrich Friederich Füger. Füger rappresentava il nuovo, il moderno, la pittura classicista in aperta contraddizione con le forme barocche della tradizione napoletana, perciò egli scelse temi desunti dal repertorio classico per decorare le pareti della biblioteca.
La biblioteca è forse l'ambiente più sobrio ma anche, per me, il più magico. Ricco di volumi antichi, finemente rilegati. Stupendi.


Sala di lettura

Biblioteca Palatina

Biblioteca Palatina

Dettaglio volumi


Biblioteca Palatina

Biblioteca Palatina

Biblioteca Palatina

Biblioteca Palatina

Dalla Biblioteca si accede alla Sala Ellittica. Questo è ampio ambiente privo di decorazioni, con originali soluzioni architettoniche nella volta, elaborate per valorizzare l'acustica della sala destinata originariamente a teatrino domestico, per la vita quotidiana della corte. Attualmente ospita il Presepe borbonico.

Presepe borbonico

Presepe borbonico

Se gli interni sono meravigliosi, gli esterni non sono da meno. 
I giardini reali, uno stupendo e curatissimo Giardino all'Italiana collegato ad un altrettanto Giardino all'Inglese, si estendono per circa 3 chilometri di lunghezza e su una superficie che raggiunge i 120 ettari. Ho ripercorso uno dei due viali paralleli fra i quali si interpongono le vasche dentro cui scorre l'acqua che giunge dalla grande cascata sul versante opposto alla Reggia. Le acque delle vasche sono popolate da moltissimi pesci, per lo più carpe. E lungo il percorso si succedono una serie di bellissime e suggestive fontane.



Immagine scattata da una delle finestre del Palazzo


Veduta del parco


Fontana dei Delfini


Carpe

Fontana di Eolo



Fontana di Cerere

Fontana di Venere e Adone


Fontana di Diana e Atteone (Lato di Diana)


Purtroppo non siamo riusciti a visitare il piccolo Teatro che si trova all'interno del Palazzo, così come, arrivati al Giardino all'Inglese, buona parte del gruppetto con cui ero in visita ha rischiato di collassare ^^" U_U
Ma ci tornerò e, la prossima volta, sarà in un periodo meno caotico e, soprattutto, meno afoso. Se poi riesco a godermi la visita in solitaria... anche meglio!
Nel frattempo, mi auguro di essere riuscita a trasmettere a voi almeno una piccola parte della bellezza artistica di questi luoghi.




Commenti

  1. 1742 finestre...
    E io che mi sento male al solo pensiero di pulire le mie 10 U_U

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effettivamente... sono un pelino troppe da pulire ^^"
      Io ne ho da pulire giusto la metà delle tue e pure, qualche volta, mi lamento :D

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Anime... del cuore - Lamù, la ragazza dello spazio

Ed eccomi qui con la "seconda uscita". Vorrei chiarire che l'ordine è assolutamente casuale. Tutti gli anime di cui tratto sono pari merito. Non è una classifica ^^ ..ognuno di loro mi è rimasto nel cuore, perché ha rappresentato o è stato associato, in quel momento della mia vita, a qualcosa d'importante. Importante in misura all'età che avevo e, ripensandoci ora.. era importante davvero! Lamù, la ragazza dello spazio Lamù, la ragazza dello spazio, è un anime tratto dal manga di Rumiko Takahashi,  il cui titolo originale è Urusei Yatsura, e fu trasmesso in Italia, per la prima volta, nel 1983. Ambientato in un distretto immaginario di Tokio, narra vicende e peripezie di un gruppo di liceali, tra i quali spicca - certo non per intelligenza! - Ataru Moroboshi. Il giovane, stupido quanto indomabile donnaiolo, si ritrova ad essere prescelto come salvatore della Terra dalla conquista aliena da parte degli Oni. Il giovane, a tal fine, deve superar

Anime.. del cuore - Occhi di gatto

Ed eccomi qui con un nuovo appuntamento con la mia mini rubrica. Tra una finale olimpica, uno scatolone e le valigie, sono riuscita a pubblicare il mio ultimo post pre vacanza! L'anime del cuore di oggi è.. Occhi di gatto! Occhi di gatto L'anime, il cui titolo originale è Cat's Eye , è l'adattamento dell'omonimo manga giapponese di Tsukasa Hojo, e trasmesso dell'emittente italiana nel 1985. Occhi di gatto, ambientato a Tokio,   è la storia di tre giovani donne, le sorelle Tashikel, dalla doppia identità. Le tre ragazze, dall'aria apparentemente comune, di giorno gestiscono una caffetteria dal nome 'Cat's Eye' e di notte, indossate le loro aderenti calzamaglie colorate, diventano tre abili ladre che formano una banda che si fa chiamare, appunto, 'Occhi di gatto', il cui unico scopo è rubare tutte le opere d'arte di un famoso artista, Michael Heintz. L'uomo, scomparso negli anni '40, altri non è che il loro amat

Anime.. del cuore - Lady Oscar

Da qualche giorno sto guardando Lady Oscar su Italia1.. ed è per me un tuffo nel passato. Un piacevolissimo quanto nostalgico tuffo nel passato. Ad ogni episodio mi viene il magone con tanto di lacrimone, giuro! Stamane ho cominciato a ricordare i bellissimi anime di quei tempi, dei veri capolavori indimenticabili con i quali è cresciuta la mia generazione, e mi ha stuzzicato l'idea di rievocare quelli che mi sono rimasti dentro. Quelli che, ricordandoli oggi che sono adulta, riescono ad emozionarmi probabilmente più di quanto avessero il potere di fare a quei tempi. Avevo pensato di elencarli tutti ma temo che inserirli in un unico post si riveli un po' troppo lungo, per cui questa sarà una sorta di.. mini rubrica. Ed eccolo qui, il primo anime.. del mio cuore <3 Lady Oscar L'anime, trasmesso per la prima volta in Italia del 1982, è tratto dall'omonimo manga di Riyoco Ikeda il cui titolo originale è Versailles no Bara. (La Rosa di Versailles