«Kyle, sei tu?» La voce veniva dal giardino. Non andavo lì dal primo giorno. Era troppo deprimente guardare i due metri e mezzo di steccato di legno che mio padre aveva messo per impedire alla gente di vedermi, per cui tenevo le tende chiuse. Ma Will era lì fuori. «Vieni a darmi una mano, Kyle?» Uscii fuori. Will era circondato da vasi e piante e terra e pale. Era rimasto intrappolato tra un muro e un grosso sacco di terra. «Will, hai un aspetto orrendo!» urlai dalla porta a vetri. «Da qui non ti vedo» disse lui. «Ma se sei come le cose che dici, allora devi avere un aspetto da stronzo. Per favore, aiutami». Andai ad aiutarlo ad alzare il sacco. La terra cadde da ogni parte, soprattutto su Will. «Mi spiace». Fu a quel punto che vidi che aveva piantato cespugli di rose, dozzine di cespugli di rose. Rose nelle aiuole vuote, rose nei vasi e rose rampicanti sui graticci. Rosse, gialle, rosa, e, le peggiori, rose bianche che mi ricordarono com'era andata a finire la notte p...