Quando la porta si chiuse, mi voltai di scatto per scappare, ma la chiave girò nella toppa imprigionandomi dentro con Draven. Battei disperatamente il pugno sull'anta di legno, invano.
«Non serve a niente» disse con quella voce profonda che avevo presto imparato a odiare. Non era più il ragazzo che avevo conosciuto. Adesso, era il mio carceriere.
«E allora cosa devo fare?» urlai, voltandomi a guardarlo.
«Collaborare potrebbe essere una buona idea» esclamò in tono sarcastico.
«Quello che vuoi da me è la sottomissione, vuoi che obbedisca ad ogni tuo ordine!» risposi mordendomi il labbro dalla rabbia.
Scrollò le spalle. «Be', se lasciassi fare a te, dubito che avresti vita lunga, con tutte le cose strane che hai in testa» disse mantenendo un tono freddo, al contrario di me.
«E cosa diavolo significa?»
«Lo sai cosa significa. Non è bene che lo affronti da sola» rispose, come se gli pesasse.
«E invece qui con te sarei al sicuro. Non credo proprio!» A ogni parola che diceva, mi montava la rabbia.
Fece una breve risata. «Ti ho mai fatto del male?» domandò.
«No, non ancora. Ma mi stai trattenendo contro la mia volontà!»
«Be', se tu non fossi sempre così difficile, forse le cose sarebbero andate diversamente. Ma se ti tengo qui è solo per il tuo bene» spiegò, iniziando a perdere la pazienza.
Decisi di cambiare strategia per evitare che la situazione degenerasse, come al solito. «Senti, devo andarmene, non capisci quanto è importante. Per favore, lasciami andare» lo supplicai.
«Capisco più di quanto tu creda, Catherine.»
Era così tanto che non sentivo quel nome che mi sembrò estraneo, nonostante fosse il mio. Rimasi a bocca aperta, senza capire quello che stava succedendo. Qualcuno aveva diramato un comunicato sulla mia storia?
Afterlife
Stephanie Hudson
Giudizio: 😊💓
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