Si alzò in piedi, bilanciandosi per non perdere l'equilibrio sulle rocce. Gli tese la mano. «Venga con me, per favore.»
Stride si alzò a sua volta. «Dove?»
«Lì dentro. Devo andarci.»
Si allontanarono dal fiume e risalirono il pendio verso il Noviziato. Lei avanzava a passi lunghi e rapidi. Sembrava una paracadutista che avesse finalmente trovato il coraggio di saltare. A poca distanza dalla villa, dove il suolo era cosparso di macerie, si fermò e incrociò le braccia al petto. Respirò a fondo, si morse il labbro e andò avanti, superando il portico e le quattro colonne in pietra che immettevano nell'edificio. Sul viso aveva un sorriso un po' folle. Toccò una parete. Era reale. Si trovava davvero lì. Aveva attraversato la soglia ed era sopravvissuta.
«Jet Black» disse ad alta voce, e si guardò intorno, quasi aspettando una risposta.
«Teme che il suo fantasma abiti queste rovine?» chiese Stride.
«No, non è di lui che ho paura.» Kelli lo fissò con uno sguardo serio. «Crede nel diavolo, signor Stride?»
«Credo nel male. E' una cosa diversa.»
«Io ci credo» disse lei. «Il diavolo esiste. E' reale.»
«Lei ha scritto un articolo sulla possessione demoniaca. La polizia lo sa e lo sapeva anche Percy.»
Kelli aggrottò la fronte. «Vorrei non averlo scritto. Salga di sopra con me. E' lì che è successo.»
Salì i gradini di pietra e lui la seguì. La scritta su ciascun gradino ricordava il diavolo, ma lei si comportava come se non vedesse la parola tedesca ripetuta ai suoi piedi. Di sopra il pavimento era pericolante, e in molti punti era sfondato. Lei lo guidò nell'angolo più vicino al fiume, dove le finestre senza vetri davano sull'acqua. Stride capì perché si trovavano lì. Quattro anni dopo, le macchie di sangue sul pavimento erano ancora visibili.
Polvere alla polvere
Brian Freeman
Giudizio: 😐
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