«E penso che tu dovresti saperlo. Ti voglio, Kate».
Ed ecco il rossore sulle sue guance, lo notate? Lo sguardo sorpreso sul suo viso? Vedete come si fa seria e abbassa gli occhi?
Sono a buon punto. Anche lei mi desidera. Sta combattendo contro se stessa. Ma è lì. Potrei averla. Potrei accompagnarla proprio dove vuole essere portata.
Ora che ne sono consapevole, a malapena trattengo un gemito di soddisfazione mentre il ragazzone laggiù reagisce con la sua vendetta. Voglio prenderla e baciarla finché non potrà più resistermi. Voglio infilare la lingua fra quelle labbra rigogliose finché non le verranno meno le ginocchia. Voglio afferrarla, bloccarle le gambe intorno alla mia vita, appoggiarla contro il muro e...
«Ehi, Drew. C'è un ingorgo sulla Cinquantatreesima. Se vuoi arrivare puntuale all'appuntamento delle quattro, ti conviene sbrigarti».
Grazie, Erin. Ottimo modo di uccidere l'idillio. Fantastica segretaria, pessimo tempismo.
Kate si alza dalla sedia, spalle rigide, schiena dritta. Si incammina verso la porta ed evita di guardarmi negli occhi.
«Grazie per il tempo che mi ha dedicato, Mr Evans. Ah.. mi cerchi.. quando mi vuole».
Faccio un sorriso allusivo. Adoro che si sia scomposta, e di essere stato io a provocare scompiglio.
Evita ancora il contatto visivo, e sorride impercettibilmente. «Riguardo al caso Alphacom e Genesis. Mi faccia sapere cosa devo fare... cosa vuole che faccia... cosa... oh, sa cosa intendo».
Prima che possa uscire, la mia voce la ferma. «Kate?».
Si volta con sguardo interrogativo. «Chiamami Drew».
Sorride. Si ricompone, e nei suoi occhi comincio a rivedere la sicurezza di quando era entrata.
«Giusto. Ci vediamo, Drew».
Appena esce, mi dico: Oh, sì, ci vediamo eccome.
Non cercarmi mai più
Ed ecco il rossore sulle sue guance, lo notate? Lo sguardo sorpreso sul suo viso? Vedete come si fa seria e abbassa gli occhi?
Sono a buon punto. Anche lei mi desidera. Sta combattendo contro se stessa. Ma è lì. Potrei averla. Potrei accompagnarla proprio dove vuole essere portata.
Ora che ne sono consapevole, a malapena trattengo un gemito di soddisfazione mentre il ragazzone laggiù reagisce con la sua vendetta. Voglio prenderla e baciarla finché non potrà più resistermi. Voglio infilare la lingua fra quelle labbra rigogliose finché non le verranno meno le ginocchia. Voglio afferrarla, bloccarle le gambe intorno alla mia vita, appoggiarla contro il muro e...
«Ehi, Drew. C'è un ingorgo sulla Cinquantatreesima. Se vuoi arrivare puntuale all'appuntamento delle quattro, ti conviene sbrigarti».
Grazie, Erin. Ottimo modo di uccidere l'idillio. Fantastica segretaria, pessimo tempismo.
Kate si alza dalla sedia, spalle rigide, schiena dritta. Si incammina verso la porta ed evita di guardarmi negli occhi.
«Grazie per il tempo che mi ha dedicato, Mr Evans. Ah.. mi cerchi.. quando mi vuole».
Faccio un sorriso allusivo. Adoro che si sia scomposta, e di essere stato io a provocare scompiglio.
Evita ancora il contatto visivo, e sorride impercettibilmente. «Riguardo al caso Alphacom e Genesis. Mi faccia sapere cosa devo fare... cosa vuole che faccia... cosa... oh, sa cosa intendo».
Prima che possa uscire, la mia voce la ferma. «Kate?».
Si volta con sguardo interrogativo. «Chiamami Drew».
Sorride. Si ricompone, e nei suoi occhi comincio a rivedere la sicurezza di quando era entrata.
«Giusto. Ci vediamo, Drew».
Appena esce, mi dico: Oh, sì, ci vediamo eccome.
Non cercarmi mai più
Emma Chase
Giudizio: 😊
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