"Non ho finito, Jericho!" La mano di Jonas scattò a bloccare la porta prima che Jericho potesse sbatterla ancora, chiudendolo fuori dall'ufficio. Il bel volto del medium si contrasse appena in una smorfia di disappunto. Poi tornò a dare le spalle all'ex-ispettore e marciò a passo deciso verso la finestra, dove si fermò, le braccia conserte.
"Hai notato il mio collo?" chiese Jonas sciogliendosi il nodo della puff tie: "Hai visto? Sai che cos'è?"
Jericho lo gratificò di un'occhiata: " Si direbbe un'abrasione, detective."
Jonas fece una smorfia: "No, questo sei tu che non mi parli. Che vivi di segreti. Che fai il misterioso!"
Jericho raddrizzò il capo e lo guardò negli occhi.
Jonas gli si avvicinò di un passo.
"Se lavoriamo insieme dobbiamo parlare di più. Non voglio ritrovarmi un'altra volta con il cappio al collo. Ci sono cose che devi imparare a dirmi. Quando inizierai a fidarti veramente di me?"
Jericho gli dava le spalle. "Hai ragione" mormorò impercettibilmente.
Jonas non lo ascoltava. "Pensi che ti giudichi male per via delle tue conoscenze? Abiterei con te se non ti rispettassi? Sei tu che non mi rispetti."
Si bloccò, perché quell'ultima frase era proprio ciò che aveva detto ad Alice solo un anno prima, prima di uscire per andare a lavoro e non rivederla mai più. Dodici ore dopo quella frase, Alice Marlowe era stata trovata uccisa nel suo letto.
"Ho detto che hai ragione" ripetè Jericho, approfittando del suo silenzio. "Non avrei dovuto permetterti di seguirmi da Belial. Non avrei dovuto portarti con me oggi a St. Pancras."
"Non è questo il punto!" lo interruppe Jonas. "Io voglio venire con te. Voglio conoscere quello che conosci. Che ti piaccia oppure no non sei solo, Jericho. Non più." Sembrava essersi placato, la voce era scesa di un tono. "Ti fa paura questo? Beh, fa paura anche a me."
Jericho lo fissava con espressione inafferrabile. Aveva presente cosa significasse non essere solo. Era stato solo così a lungo che quella differenza era fin troppo chiara. Ricordava cosa fosse successo l'unica volta che aveva lasciato che qualcuno gli si avvicinasse. Era stato come sfiorare il sole e poi perderlo per sempre, precipitando in un'oscurità totale, senza speranza. Eppure, rispetto a quella che era stata la sua esistenza prima, perfino quel dolore aveva un senso, era degno di essere vissuto.
Si accorse di aver smesso di respirare.
"Va bene" disse. Guardò negli occhi di Jonas. "Risponderò alle tue domande senza fare il misterioso."
"E...?" lo incalzò l'altro inarcando un sopracciglio.
"E non ti trascinerò in luoghi pericolosi senza avvertirti prima di cosa ti potresti trovare ad affrontare" aggiunse docile il medium.
"E...?" ripetè Jonas.
Jericho sgranò gli occhi. "E cosa? Cosa vuoi ancora?"
"Mi devi un revolver" sogghignò Jonas Marlowe, trionfante.
Jericho sbuffò, troppo vulnerabile per sorridere.
I figli del Pozzo di Carne
Federica Soprani e Vittoria Corella
Giudizio: 😊💓
Troppa grazie, Dillina :)
RispondiEliminaLieta che i nostri ragazzi siano di tuo gradimento
Ciao!
RispondiEliminaSì, confesso.. li adoro <3
Grazie a voi, e aspetto con ansia il prossimo episodio di Victorian Solstice ^_^