«Stavo attraversando il Tevere.» Si sforzò di parlare con voce calma. «Ero a pochi minuti da questo checkpoint.» Il sergente si avvicinò. «Puoi dimostrarlo?» Luka sputò la sigaretta e si alzò da tavola, bloccando la visuale del sergente con la mole del proprio corpo. «Voi siete a corto di Zündapp, ma noi abbiamo terminato le brune con gli occhi castani. Fossi in voi non andrei in giro a dire che siete stati picchiati da una ragazza. Non è una bella cosa da scrivere sul curriculum.» Il sergente arrossì. «Prendo atto della sua opinione, Vincitore Löwe.» «Sì, di solito la gente lo fa.» Luka incrociò le braccia. «Ora, forse potete lasciar cenare in pace la ragazza che ha appena fatto milletrecento chilometri in moto?» Il rossore si diffuse - paonazzo, paonazzo - sul mento contratto del sergente, che scoccò un'occhiata agli spaghetti sul piatto di Yael. Dopo un istante interminabile, si voltò e i suoi uomini lo seguirono. Il soldato-bambino si guardò alle spalle un'ulti...
"Nel mio mondo, le grandi speranze vivevano soltanto fra le pagine di un libro."