«Di cosa hai paura, Mack?»
Di te. «Nessuno mi chiama così» replico mentre finisco di inserire la combinazione. Solo mio fratello usava questo diminutivo e, visto che non riesco a ricordare nemmeno il suono della sua voce, non voglio sentirlo. Faccio scattare il lucchetto e impreco piano quando il maledetto aggeggio non si apre.
«Ci penso io.» Levi mi scosta e un profumo di uomo, muscoli e qualcosa che di certo non è Axe mi investe.
Con movimenti abili muove le rotelle, passa sul quattordici, poi sul venti, infine direttamente cinque.
Clic.
«Come hai fatto?»
«Le mie mani non tremano.»
Merda. «Ma come sapevi la combinazione?»
«Memoria fotografica» Sfoggia un ghigno soddisfatto. «E' un po' di pratica nelle effrazioni.»
Non so se stia scherzando, perciò con la mano tengo chiuso lo sportello, cercando di bloccare ciò che in me è tutt'altro che fermo. «Credo che allora dovrò cambiare lucchetto» dico.
Lui lo estrae e lo fa dondolare su un dito, poi la serratura scatta e molto lentamente Levi apre l'anta. «Non è necessario.» Mi dà un colpetto con la spalla. «Sarò tante cose, ma non un ladro.»
Il potere della lista
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