«Giles», mormorai una mattina che eravamo rimasti soli per
un attimo, «ti ha detto nulla del fatto che andrai via con lei?»
«Flo», mi boicottò lui, «adesso che hai provato che cosa
vuol dire non avere l’uso di una gamba, che cosa preferiresti: che te ne
amputassero una o che ti cavassero un occhio?»
Come facevo a rispondere a una domanda del genere?
Ero in difficoltà perché non riuscivo ad escogitare un modo
per far entrare in casa Theo e mettere in pratica il mio piano. Tutta quanta l’impresa
appariva disperata, perché la signorina Taylor l’aveva completamente bandito da
Blithe. Così rimasi sorpresa quando, il terzo mattino della mia convalescenza,
guardando fuori dalla finestra del salotto, vidi in fondo al viale una figura familiare
che aironava verso casa. Un attimo dopo la signora Grouse lo accompagnò da me.
«Theo», ansimai nel momento stesso in cui fummo soli, «come
hai aggirato il suo divieto?»
«Facendo appello ad un’autorità superiore», sussurrò lui,
perché io mi ero portata un dito alle labbra per ricordargli di parlare piano e
gli avevo indicato lo specchio con un cenno del capo. Theo gonfiò il petto come
un gallo che fa la corte alla gallina. «Ho finto un attacco d’asma, così i miei
hanno chiamato il dottore e, in maniera casuale, ho detto che era peccato che
ti avessero vitato le visite. Naturalmente lui ha replicato che erano un sacco
di sciocchezze e che niente ti avrebbe giovato di più. E quindi, eccomi qui.»
«Che astuto!»
«Sì», disse un po’ imbarazzato. «E, bada bene, ha detto
anche che non era affatto una buona idea che io uscissi, a giudicare dalle
condizioni della mia asma, ma questa è un’altra faccenda.»
In quel momento la signorina Taylor fece irruzione nella
stanza, poiché ovviamente aveva visto Theo da uno dei suoi specchi, seguita da
Giles che fu da lui con un balzo e lo sommerse di domande e di richieste di
giocare a questo e a quello.
La biblioteca dei libri proibiti
John Harding
Giudizio: 😟
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