«Per prevenire il crimine gli americani stanno studiando tecniche di lettura di uno specifico linguaggio neuronale..» continuò Giulia.
«Davvero?» Puntati i gomiti sulla scrivania Pietro Aloisi la fissava con crescente interesse.
«Pare che il pensiero sia già contenuto nei neuroni.. Lombroso era certo di scoprire la natura di una persona dai tratti del suo volto. Oggi, con l'aiuto della tecnologia, stanno cercando di capirne i pensieri.»
E lei, che cosa desiderava veramente?
«Si arriverà a scovare un assassino unicamente intercettando i suoi pensieri?» domandò meravigliato il procuratore. Si tolse gli occhiali; con il pollice e l'indice si strinse l'attaccatura del naso.
Divertita Giulia rispose:
«Pensieri colpevoli? Oddio, basterebbe soltanto concepirli per essere puniti?»
Lo guardava di sottecchi: l'uomo aveva dita lunghe e magre.
Si accorse del colore dei suoi occhi, castano scuro, un istante prima che rimettesse gli occhiali.
Le sembrarono lo scudo che lo proteggeva dalla crudeltà del mondo: se li toglieva, quei maledetti occhiali, quando faceva l'amore?
«Io credo che la malvagità esista» continuò il procuratore con enfasi, «i motivi futili, nei delitti di sangue, sono proprio l'espressione della malvagità. Il male.. è assurdo far finta che non esista. E' un dato di natura, come la sopraffazione del predatore, l'istinto di sopravvivenza, l'attrazione tra le persone..»
Il pensiero di Giulia corse a sua madre: aveva ragione a ripeterle che aveva bisogno di un uomo a cui affidarsi? Gli uomini temono le donne forti, però. Le scopano ma non le sposano.
Non aveva espresso lo stesso concetto anche Fabio, l'istruttore di krav maga? Per molti uomini, una donna di successo, con forte personalità, rappresenta una minaccia, aveva detto.
La camicia con i bottoni di madreperla scopriva un petto candido, punteggiato qua e la di piccoli nei chiari. Pietro Aloisi ci fece caso.
«Quando va in vacanza, avvocato Valli?»
«Non so.. troppi impegni mi trattengono ancora..» Era per contrastare l'estate che se ne procurava sempre un'infinità. L'aveva resa una stagione come le altre.
«E lei?» domandò dopo un attimo, «davvero, come diceva l'altro giorno in caffetteria, resta in città?».
Sperò che anche lui non partisse.
«Per la prima volta, in tutta la mia vita, quest'anno non riesco ad andare al mare. Dove sono nato» disse malinconico.
Forse era stata la brezza salina a procurargli rughe profonde sul viso e sul collo, vagheggiò Giulia.
Aloisi non domandò altro. Non gli interessava sapere se era libera, se qualcuno l'aspettava a cena. Bastava ciò che rappresentava per lui.
«E allora, giacché stiamo qui tutti e due... accetterebbe un invito a cena, una delle prossime sere?»
«Con molto piacere» rispose Giulia alzandosi.
Certi incontri non sono casuali, rifletté scendendo le scale del Palazzo di Giustizia. Aiutano a guarire. Dal passato. Le vennero in mente le parole di Henri Bergons che aveva appuntato sul frigorifero:
Il nostro passato ci insegue, si ingrossa senza posa col presente che raccoglie lungo la strada.
Maledetto il ventre tuo
Vittoria Monforte
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