Zagor, che volava sempre più in alto o, meglio, che avrebbe desiderato tanto continuare a volare sempre più in alto, finì dritto come una palla di fucile nelle acque del lago di Bolsena e non lo trovarono più. Davvero, non lo trovarono più. I vigili del fuoco mandarono sommozzatori per una settimana e più, ma niente.
Zagor passò alla storia del deltaplanismo italiano, mentre il nostro collega passò direttamente alla leggenda, e al giornale venne chiamato per anni l'Innominabile, nel timore di ripercussioni fisiche anche solo a pronunciarne il nome.
Ma lui faceva le previsioni meteo e io facevo la cronaca giudiziaria.
Che qualcosa, però, avevano in comune.
Entrambe portavano tempesta e facevano infuriare la gente.
Disperato, infilai la testa sotto il cuscino pensando che ero andato a letto alle due per colpa della quarantaduesima visione del Signore degli Anelli che avevo voluto seguire fino alla fine. Come se non lo avessi saputo, come andava a finire. Come se non lo avessi imparato a memoria.
Idiota.
Carlo Alberto Marchi sei un idiota.
Ti aspetta una giornata infernale, un'inchiesta incasinata che il tuo capo ti ha ordinato di fare per oggi su richiesta del direttore e tu che fai?
Cazzeggi nella Terra di Mezzo.
Come se tutta la tua vita non fosse già una transumanza nella Terra di Mezzo e tu, idiota, il caprone sacrificale.
In un soprassalto di coraggio afferrai il telefono.
Le sette e dieci.
E' luglio, è estate, ma sono le sette e dieci e sono sveglio.
Il respiro delle anime
Gigi Paoli
Giudizio: 😊💗
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