Eh no.
Adesso col cazzo che te ne vai.
«Torna subito qui!» grido.
Riccardo si blocca a metà di un passo, ruota su un piede solo con un che di giullaresco che nella sua ottica dovrebbe essere pure simpatico, e mi fa un mezzo inchino che dovrebbe stare per "ai tuoi ordini".
Ai tuoi ordini un accidente, ai tuoi ordini. Se veramente tu eseguissi i miei ordini staresti già lavorando in una piantagione di tè in Bangladesh.
«Niente uscita di scena ad effetto, Tulipano Nero di questo paio di coglioni. Rispondi: cosa diavolo ci facevi sotto casa mia?»
Riccardo si gratta la testa. I capelli gli esplodono da tutte le parti. Chiunque altro sembrerebbe uno sfollato, a lui dona da morire.
Se esistessero degli odiometri, li avrei appena fatti saltare fuori scala.
«La faccenda dell'angelo custode non era esauriente?»
«Cosa ci facevi.»
«E' una domanda spinosa. Poniamo che non possa risponderti.»
Socchiudo gli occhi. «Allora io potrei, che so, immaginare che mi stessi spiando. Che tu abbia preso l'abitudine di appostarti qui davanti a casa mia con la precisa intenzione di sorvegliare i miei movimenti. Come uno di quei maniaci da cui mi metteva in guardia mia madre quando andavo al parco.» Socchiudo gli occhi. Ancora di più, intendo, per perforarlo con lo sguardo, alla Clint Eastwood. «Solo che io non credo che tu sia un voyeur. Sei troppo signorino per mangiare tramezzini in macchina mentre mi scruti con un binocolo.» Incrocio le braccia. «Quando l'hai assoldata?»
«Assoldata chi?»
«Morgana. Forza. Da quanto tempo va avanti questa storia?»
«Non so di cosa tu stia parlando», risponde Riccardo simulando una compostezza e anche un vago accento britannici. «Morgana, Morgana.. Sono quasi certo di avere già udito questo nome.. Ahi!»
Gli ho pestato un piede.
Anfibio versus Clarks, non c'è gara.
Non ditelo allo scrittore
Alice Basso
Giudizio: 😊💗
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