«Carax, vero? Mi dicono che tuo padre fa cappelli» disse
quando Fernando Ramos li presentò.
«Julián per gli amici. Mi dicono che il tuo fa cannoni.»
«Li vende soltanto. L’unica cosa che sa fare è ammassare
denaro. I miei pochi amici, tra cui annovero Nietzsche e il qui presente compagno
Fernando, mi chiamano Miquel.»
Miquel Moliner era un ragazzo malinconico che nutriva un
interesse morboso per tutto ciò che riguardava la morte e tutti gli argomenti
di genere funebre, materia alla cui considerazione dedicava buona parte del suo
tempo e del suo talento. Sua madre era deceduta tre anni prima in uno strano
incidente domestico che un medico insipiente aveva osato definire suicidio. Era
stato Miquel a trovare il cadavere nel posso della villa estiva di famiglia, ad
Argentona. Dopo aver ripescato il cadavere, si scoprì che le tasche del
cappotto della donna erano piene di pietre. C’era anche una lettera scritta in
tedesco, la sua lingua materna, che il signor Moliner, il quale non si era mai
dato il disturbo di impararla, bruciò immediatamente senza permettere a nessuno
di leggerla. Miquel Moliner scorgeva la morte ovunque, tra le foglie secche
degli alberi, tra gli uccellini caduti dal nido, in mezzo ai vecchi e nello
scrosciare della pioggia. Era molto portato per il disegno e spesso lo si
vedeva davanti a un foglio con un carboncino in mano, intento a raffigurare
sempre la stessa donna sullo sfondo nebbioso di una spiaggia deserta, una donna
che Julián immaginava fosse la madre.
«Cosa farai da grande, Miquel?»
«Io non diventerò grande» rispondeva.
La sua vera passione, oltre al disegno e al gusto di
contraddire i suoi simili, erano gli scritti di un medico austriaco sconosciuto
che poi sarebbe diventato famoso: Sigmund Freud. Miquel Moliner, che grazie
alla sua defunta madre leggeva e scriveva il tedesco alla perfezione, possedeva
l’opera omnia del medico viennese. Gli piaceva interpretare i sogni di amici e
conoscenti per poi procedere ad analizzare il paziente. Miquel diceva sempre
che sarebbe morto giovane e che non gliene importava. A forza di pensare alla
morte, rifletteva Julián, aveva finito per trovarla più attraente della vita.
«Quando morirò, tutto quello che possiedo sarà tuo, Julián»
diceva. «Eccetto i sogni.»
L’ombra del vento
Carlos Ruiz Zafón
Giudizio: 😊💓
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