Non abbiamo litigato, non ci siamo offese, non abbiamo fatto niente che avesse potuto ferire l'altra. Almeno in apparenza. A volte le cose non dette sono più gravi e pesanti di quelle urlate in un momento di rabbia. Le cose non dette sedimentano, si ingigantiscono e marciscono come un'infezione nascosta.
Comunque la mia infezione sta per scoppiare e diventerà di dominio pubblico non appena consegnerò il mio articolo.
Durante il tragitto in taxi ci limitiamo a parlare del tempo e di quanto sia triste la neve sporca. Varcando la soglia della redazione il mio cuore si arresta alla prospettiva di incrociare Robin alla reception. E' il caso che gli faccia gli auguri?
Ma alla postazione c'è solo John, come sempre, da quando ho messo piede per la prima volta qui. La sua figura è così familiare e consueta che ho la sensazione che Robin non ci sia mai stato.
Ci saluta calorosamente augurandoci un felice 2014, come del resto fa chiunque incontriamo nei corridoi con baci e abbracci.
A un certo punto Maggie e io ci dividiamo per raggiungere i nostri uffici.
«Sei qui finalmente», mi accoglie Julia, come se fossi appena tornata da un viaggio alle Bahamas. «Sei un po' pallida», osserva, «stai bene?»
«Benissimo, buon anno anche a te!», rispondo.
«Ah sì, buon anno, suppongo che il tuo articolo non sia ancora pronto..».
«Supponi male», replico congratulandomi con me stessa per aver pensato di riciclare i regalini di Natale per l'anno prossimo. Dato che la mia scrivania è in perfetto ordine e non c'è alcun pacchetto ad aspettarmi, presumo di non essere l'unica ad aver avuto questa idea geniale.
Julia mi punta addosso il suo sguardo ipertiroideo, aspettando che prosegua.
«Lo sottoporrò a Colette questa mattina stessa», la informo.
Lei apre la bocca, come per dire qualcosa, probabilmente che il caporedattore è lei e che le spetta leggerlo in anteprima. Ma per qualche motivo non dice nulla. Si gira sui tacchi borbottando: «Come vuoi».
Accendo il computer, richiamo il file e rileggo il mio testo.
Mi piace, mi piace proprio, manca solo il titolo.
All'improvviso i miei neuroni si mettono in moto facendomi fare un salto dalla sedia. Ma è ovvio, come ho fatto a non pensarci prima?
Mi chino sulla tastiera e digito: A qualcuno piace dolce.
Comunque la mia infezione sta per scoppiare e diventerà di dominio pubblico non appena consegnerò il mio articolo.
Durante il tragitto in taxi ci limitiamo a parlare del tempo e di quanto sia triste la neve sporca. Varcando la soglia della redazione il mio cuore si arresta alla prospettiva di incrociare Robin alla reception. E' il caso che gli faccia gli auguri?
Ma alla postazione c'è solo John, come sempre, da quando ho messo piede per la prima volta qui. La sua figura è così familiare e consueta che ho la sensazione che Robin non ci sia mai stato.
Ci saluta calorosamente augurandoci un felice 2014, come del resto fa chiunque incontriamo nei corridoi con baci e abbracci.
A un certo punto Maggie e io ci dividiamo per raggiungere i nostri uffici.
«Sei qui finalmente», mi accoglie Julia, come se fossi appena tornata da un viaggio alle Bahamas. «Sei un po' pallida», osserva, «stai bene?»
«Benissimo, buon anno anche a te!», rispondo.
«Ah sì, buon anno, suppongo che il tuo articolo non sia ancora pronto..».
«Supponi male», replico congratulandomi con me stessa per aver pensato di riciclare i regalini di Natale per l'anno prossimo. Dato che la mia scrivania è in perfetto ordine e non c'è alcun pacchetto ad aspettarmi, presumo di non essere l'unica ad aver avuto questa idea geniale.
Julia mi punta addosso il suo sguardo ipertiroideo, aspettando che prosegua.
«Lo sottoporrò a Colette questa mattina stessa», la informo.
Lei apre la bocca, come per dire qualcosa, probabilmente che il caporedattore è lei e che le spetta leggerlo in anteprima. Ma per qualche motivo non dice nulla. Si gira sui tacchi borbottando: «Come vuoi».
Accendo il computer, richiamo il file e rileggo il mio testo.
Mi piace, mi piace proprio, manca solo il titolo.
All'improvviso i miei neuroni si mettono in moto facendomi fare un salto dalla sedia. Ma è ovvio, come ho fatto a non pensarci prima?
Mi chino sulla tastiera e digito: A qualcuno piace dolce.
A qualcuno piace dolce
Laura Schiavini
Giudizio: 😟
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