Giornale di bordo: Sol 118
La mia conversazione con la NASA sul depuratore dell'acqua fu tediosa e irta di particolari tecnici. Così mi rimetterò a parafrasarla:
Io: «Si è evidentemente intasato qualcosa. Perché non lo apro e controllo le tubature interne?».
NASA: (dopo 5 ore di discussioni): «No. Faresti un casino e moriresti».
Così l'ho smontato.
Sì, lo so. La NASA ha un esercito di persone ultraintelligenti e io farei bene ad ubbidire a quello che mi dicono. E sono anche troppo maldisposto considerato che hanno passato tutta la giornata a pensare a come salvarmi la vita.
E' solo che comincio a essere stufo che mi si venga a dire come mi devo pulire il culo. L'indipendenza era una delle qualità che richiedevano nella scelta degli astronauti per Ares. E' una missione da tredici mesi, gran parte della quale da trascorrere a molti minuti-luce dalla Terra. Cercavano persone che sapessero agire di propria iniziativa.
Se fosse qui la comandante Lewis, farei quello che mi dice lei, senza dubbio. Ma un comitato di anonimi burocrati sulla Terra? Spiacente, mi va giusto un pochino di traverso.
Sono stato davvero molto attento. Via via che toglievo un pezzo lo etichettavo e ho messo tutto sullo stesso tavolo. Nel computer ho tutti gli schemi, perciò non ho incontrato sorprese.
E, proprio come sospettavo, ho trovato un tubo ostruito. Il depuratore dell'acqua è stato costruito per purificare l'orina ed eliminare l'eccesso di umidità dall'aria (si espelle con il fiato quasi tanta acqua quanto con la pipì). Io ho mescolato la mia acqua con il terriccio saturandola di minerali. I minerali si sono accumulati nel depuratore.
Ho pulito i tubi e ho rimesso tutto insieme. Il problema è stato completamente risolto. Prima o poi dovrò rifarlo, ma non per un centinaio di sol almeno. Niente di terribile.
Ho detto alla NASA che cosa ho fatto. La nostra conversazione (parafrasata) è andata così:
Io: «L'ho smontato, ho trovato il problema e l'ho riparato».
NASA: «Cazzone».
L'uomo di Marte
Andy Weir
Giudizio: 😊💓
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