Quella stessa notte, mi risparmio il giro delle discoteche con gli amici. Dee e io ordiniamo cibo cinese da asporto e passiamo la sera a scopare come conigli in ogni stanza del mio appartamento.
Non riuscirò mai più a guardare il tavolo da biliardo come prima. Poi andiamo a letto e lì crollo addormentato.. finché un fruscio di abiti e un rumore di passi mi svegliano nel cuore della notte. Spalanco gli occhi e non vedo più Dee accanto a me: è in giro per la stanza che cerca i suoi vestiti e, una volta trovati, se li infila in tutta fretta.
«Dee, stai bene?».
Ha una voce sveglia e tesa. «Sì, sto bene. Torna a dormire, Matthew».
Con gli occhi impastati, guardo la sveglia: sono le tre del mattino. «Che cosa stai facendo?»
«Vado a casa».
Cerco di tirarmi su per mettermi seduto e di schiarirmi la mente. «Perché io vivo lì, ricordi?».
Non ho idea di cosa l'abbia resa così irritabile mentre dormivo, ma sono troppo stanco per mettermi a discutere. Scosto le coperte. «Va bene. Dammi un minuto e ti accompagno».
Lei cerca qualcosa per terra e poi recupera la borsa in un angolo. «Non ti preoccupare. Prenderò un taxi».
Mi rendo conto di avere poco tempo, così infilo un paio di pantaloni della tuta e la maglietta che era volata sul comodino quando me l'ero sfilata. «E allora ti accompagno in taxi».
Dolores si ferma e mi lancia un'occhiata severa. «Potrebbe sembrarti incredibile, ma sono capace di andare a casa da sola, grazie tante».
«Maledizione, sono le tre del mattino, Dolores».
Fa spallucce. «Questo non mi sembra un quartiere pericoloso».
«E' Manhattan, qualunque quartiere può essere pericoloso».
Non controbatte. E non mi aspetta. Afferro le snakers e a malapena ricordo di prendere le chiavi prima di correrle dietro. Del tutto sveglio ormai, mi infilo le scarpe mentre sono in ascensore.
«Dunque, sei incazzata con me per qualche ragione in particolare, oppure è più una reazione del tipo "tutti gli uomini fanno schifo"?».
Incrocia le braccia al petto. «Non sono incazzata».
Tradotto? Sei uno stronzo, ma devi capire da solo il motivo, perché io non te lo dirò.
Usciamo dal portone. Saluto con la mano il portiere e chiamo un taxi. Dee procede spedita, in silenzio. Cerco di evitare il suo sguardo - il modo più rapido di essere attaccati alla gola da un cane rabbioso è guardarlo dritto negli occhi.
Io ti cercherò
Emma Chase
Commenti
Posta un commento