Il dolore per la perdita di una persona che si ama non svanisce mai.
Io non lo sapevo. Mi immedesimavo nel dolore degli altri illudendomi di capire cosa provavano, ma in realtà non lo sapevo. Sì, avevo perso i miei nonni e mi mancavano. Mi mancano sempre perché li amo, ma ciò che provo adesso è un dolore diverso.
Ho sempre sentito dire che il tempo, soltanto lui come unico alleato, può mitigare il dolore. Ebbene, adesso mi chiedo, in quale misura, in termini di tempo, quest'ultimo svolge la funzione che tanto speranzosamente e ottimisticamente gli si attribuisce?
Mesi?
Anni?
Quando accade?
La mia risposta è: Mai.
Per me il tempo si è fermato. E' diventato la prigione del mio dolore. Così realizzo che è una bugia. La dolce bugia in cui si vuole trovare rifugio nell'attesa che arrivi quel momento in cui ci accorgiamo che si è interiorizzato, il dolore. Fino a rassegnarci e ad accettare che è diventato parte integrante della nostra vita.
Una convivenza stabile. Una seconda pelle. Il compagno fedele di ogni nostro passo. L'ombra che ci segue, da cui non ci si può separare. Presente e impossibile da ignorare.
Ma, in fondo, come potrebbe essere diversamente?
Il dolore è l'eco dell'amore che proviamo. Il primo si nutre del secondo. E fintanto che è vivo l'amore, inevitabilmente, arderà la fiammella del dolore.
Il mio, bastardo, ha imparato a celarsi. E viene fuori quando sono più impreparata, più vulnerabile, più scoperta. Tra le parole di una canzone canticchiata distrattamente. Si mescola ad una risata spontanea. Si insinua tra le pagine di un libro.
In un ricordo e nella dolce nostalgia che lo accompagna.
Sembra vago. Sembra distante. Sembra passata ma non è passata. E' lì, che arde sotto la cenere. E' lì, dove rimarrarà per sempre, che io mi fermi oppure no. Che io sorrida oppure pianga. Che ci pensi o meno.
So che è così. So che vado avanti. So che dovrei avere mille ragioni per farlo ma.. intanto, a volte, mi sento così .... terribilmente stanca.
Voglio dormire.
Ma, in fondo, come potrebbe essere diversamente?
Il dolore è l'eco dell'amore che proviamo. Il primo si nutre del secondo. E fintanto che è vivo l'amore, inevitabilmente, arderà la fiammella del dolore.
Il mio, bastardo, ha imparato a celarsi. E viene fuori quando sono più impreparata, più vulnerabile, più scoperta. Tra le parole di una canzone canticchiata distrattamente. Si mescola ad una risata spontanea. Si insinua tra le pagine di un libro.
In un ricordo e nella dolce nostalgia che lo accompagna.
Sembra vago. Sembra distante. Sembra passata ma non è passata. E' lì, che arde sotto la cenere. E' lì, dove rimarrarà per sempre, che io mi fermi oppure no. Che io sorrida oppure pianga. Che ci pensi o meno.
So che è così. So che vado avanti. So che dovrei avere mille ragioni per farlo ma.. intanto, a volte, mi sento così .... terribilmente stanca.
Voglio dormire.
"Il tempo guarisce ogni male."
"No, fa invecchiare e basta."
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