«Non ti posso dire nulla, talì, perché se parlassi sarei costretto a mentirti» affermò con improvviso avvilimento. «Adesso sto per fare una cosa, e tu dovrai guardare senza dire nulla.»
Presa l'ultima pagina del manoscritto, l'appallottolò e la gettò nel fuoco.
Sussultando, Alec guardò in silenzio e con costernazione la pergamena consumarsi fra le fiamme e Seregil spargerne le ceneri con un attizzatotio.
«Ma come faremo con Nysander?» domandò infine. «Cosa gli dirai?»
«Nulla e non parlerai neppure tu.»
«Ma..»
«Non lo stiamo tradendo, te lo giuro» garantì Seregil, afferrandolo per le spalle con minor forza di prima e traendolo verso di sé: «Io ritengo che lui sappia già ciò che noi abbiamo appena appreso, ma non deve essere informato che anche tu ne sei al corrente, almeno fino a quando non ti dirò che gliene puoi parlare senza correre rischi. Hai capito?»
«Altri segreti» commentò Alec, che appariva solenne e infelice.
«Sì, altri segreti. In questo devi fidarti di me, Alec. Pensi di poterlo fare?»
Alec fissò in tralice il fuoco per un lungo momento, poi tornò ad incontrare lo sguardo di Seregil e rispose in esitante aurënfaie.
«Rie phöril tos tòkun meh brithir, vri sh' ruit' ya»
Anche se mi colpirai agli occhi con la tua daga, io non sussulterò. Quello era un giuramento solenne, lo stesso che Seregil gli aveva fatto non molto tempo prima, e nel sentirlo lui emise una piccola risata di sollievo.
«Ti ringrazio. Se non ti dispiace, ora prenderò io in consegna il resto del diario. Intanto, perché non dai un'occhiata a quei libri che abbiamo trovato?»
Senza una parola, Alec si alzò per andarsene ma sulla porta si arrestò e si girò a guardare l'amico, ancora seduto accanto al fuoco.
«Cosa significa talì?» chiese. «E' una parola aurënfaie?»
«Talì?» ripetè Seregil, mentre il fantasma del suo consueto sorriso gli contraeva le labbra. «Sì, è un termine aurënfaie, una parola un po' antiquata che indica affetto, come "amato". Dove l'hai sentita?»
«Mi era parso..» cominciò Alec, guardandolo con aria perplessa, poi scosse il capo e concluse: «Non lo so, probabilmente in qualche salotto. Buona notte Seregil.»
«Anche a te.»
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