Attraversai la stanza e mi fermai in un angolo illuminato dalla luna. Quando mi seguì, riuscii a vederlo per la prima volta alla luce. Il volto era pallido, le guance rosse, e non per via dell'acne. Il sudore gli appiccicava i capelli al viso e gli occhi arrossati brillavano, sforzandosi di mettermi a fuoco.
«Hai la febbre», dissi.
«Forse». Si lisciò i capelli. «Dev'essere qualcosa che ho mangiato».
«O qualche parassita».
Scosse la testa. «Io non...». tentennò. Poi concluse: «Non mi ammalo. Non spesso, ecco. Fa parte della mia... condizione. E questa sembra una difesa». Si grattò di nuovo le braccia. «Niente di grave. Sono solo un po' rintronato. Più irritabile del solito, come direbbe Simon».
«Meglio che torni a letto. Lascia perdere..».
«No, hai ragione. Sono in debito. Di cosa hai bisogno?».
Avrei voluto controbattere ma ormai era chiaro che si era deciso.
«Aspetta», dissi, e mi lanciai in corridoio.
Sussurrò un «Chloe!» esasperato alle mie spalle, seguito da una sequela di imprecazioni poco convinte, come se non avesse nemmeno l'energia per insultarmi a dovere.
The Summoning - Il richiamo delle ombre
Kelley Armstrong
Kelley Armstrong
«Tutto bene?», chiesi.
Si voltò di scatto, come se l'avessi spaventato, poi annuì e prese lo spuntino borbottando un grazie.
M'infilai nel sedile accanto a lui. «Hai vissuto qui?».
Scosse la testa e tornò a guardare fuori. Lo interpretai come un segno che non gli andava di fare conversazione e stavo per suggerirgli di andare a sedersi al mio posto, ma lui aggiunse: «Le abbiamo girate praticamente tutte le città dello Stato, tranne questa. Qui non potevamo venire, per via.. degli altri».
«Gli altri?».
«Licantropi», disse abbassando la voce.
«A Syracuse?».
«Qui vicino vive un branco».
«Ah».
Era così che vivano i licantropi? In branchi come i lupi? Stavo per chiederglielo, ma temetti pensasse che volessi prenderlo in giro.
Così dissi: «E' un problema? Hai paura che sentano il tuo odore?».
«Sì». Poi, dopo un momento: «Siamo territoriali».
«Oh».
«Già».
I suoi occhi, riflessi nel finestrino, erano vuoti e distanti. Immaginai che stesse inseguendo dei pensieri di cui non sentiva il bisogno di mettermi a parte, e feci per andarmene.
The Awakening - Il risveglio
Kelley Armstrong
«Be'», dissi. «Pare che tu debba sopportarmi ancora per un po'».
Sorrise. Era un sorriso vero, che gli illuminò il viso.
«Bene», rispose.
Mi tirò a sé, poi si chinò e sentii il suo alito caldo sulle labbra. Il cuore batteva così forte che respiravo a malapena. Ero sicura che si sarebbe fermato di nuovo e m'irrigidii, in attesa di un'esitazione, mentre mi si contorceva lo stomaco. Le bocche si sfioratono e continuai ad aspettare che ti tirasse indietro.
Premette le labbra contro le mie, poi le socchiuse. E mi baciò. Mi baciò davvero, stringendomi, con la bocca nella mia, sicuro, come se finalmente avesse deciso cosa voleva e non avesse più intenzione di mollare.
Lo cinsi con le braccia al collo. Mi strinse più forte e mi sollevò da terra, continuando a baciarmi come se non volesse più smettere, e lo baciai anch'io allo stesso modo, come se volessi che non smettesse mai.
The Reckoning - La resa dei conti
Kelley Armstrong
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Giudizio: 😊💓
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