«Ho mentito» le disse, avvicinandosi. «Ti chiederò di restare. Lo farò e lo sto già facendo. Ti sto pregando di restare. Ho bisogno di te.» La baciò e lei fece altrettanto, troppo sorpresa per dire qualcosa, troppo commossa per restare.
Alla fine si scostò da lui. «Daniel, ce l'hai fatta! Sei uscito di casa, sei uscito dalla tua proprietà. Non ci posso credere.»
Lui guardò la casa in lontananza e rise, come se si fosse accorto solo in quel momento di ciò che aveva fatto.
«E' la prova di quanto io abbia bisogno di te. Non avevo messo piede fuori dalla mia proprietà per tre anni, ma per te.. eccomi qui.»
Eleanor si strinse a lui ancora un momento, premette il viso sul suo collo e inalò quel profumo che era di Daniel, e di Daniel soltanto. E in quel momento vide la loro vita insieme, i giorni fra i libri, le notti abbracciati, le mattine a disposizione per tutto ciò che desideravano... Niente li avrebbe mai costretti a restare separati e lei non avrebbe più dovuto aspettare un solo secondo davanti ad una porta, in attesa di sentire che si apriva quel tanto che bastava per sgattaiolare dentro senza che nessuno si accorgesse... Lei sarebbe stata di Daniel e Daniel sarebbe stato suo, tutto ciò che doveva fare era dire un semplice sì. «No» gli rispose e lo lasciò andare.
«Come? No... cosa?» Daniel sembrava oltremodo ferito.
«Se tu fossi ancora là, nella tua fortezza, io saprei quanto hai bisogno di me. Il fatto che tu sia qui, che tu sia libero, è la prova che non hai affatto bisogno di me.»
«Eleanor, ti prego..»
«Mi dispiace da morire» disse, allontanandosi e tornando all'auto. «Lo so che non aiuta, ma devi sapere che solo lasciare lui mi farebbe altrettanto male.» Lo guardò un'ultima volta prima di salire in auto e pronunciare una terribile parola all'autista: «Vada».
Sette giorni in prestito
Da Sei. Solo. Mia. di AA. VV.
Tiffany Reisz
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«Certo.» Dean bevve un altro sorso, poi posò la bottiglia sul ripiano, afferrò JAcob per un polso e lo attirò vicino a sé. Jacob era leggermente più basso di lui e aveva i capelli colore della sabbia tagliati un po' troppo corti per i suoi gusti. Un paio di occhi blu e un sedere troppo piatto, ma una bocca perfetta che Dean non aveva problemi a baciare o a penetrare.
Quando lo baciò, Jacob dischiuse le labbra. Le loro lingue si unirono languidamente fino a quando Dean non fece scivolare una mano in basso per appoggiarla sul suo inguine. A quel punto Jacob respirò a fondo e si spostò quanto bastava per incrociare lo sguardo di Dean.
«Posso capire che lei abbia accettato, ma non perché lo abbia fatto tu.»
Dean non insistette nel continuare a baciarlo. «Perché era convinta che alla fine non me la sarei sentita» rispose scrollando le spalle.
«Ah.» Jacob inclinò la testa da un lato. «Bé, immagino che tu non possa permetterle di pensare che solo perché ti piacciono gli uomini tu sia gay, o qualcosa del genere.»
«Ehi!» A Dean non piacque l'insinuazione, soprattutto dal momento che Jacob non lo conosceva abbastanza bene da potersi permettere di giudicarlo. «Sa quali sono i miei gusti, non ho mai finto con lei.»
Jacob si strinse nelle spalle atteggiando il viso a una smorfia. «Non devi provarmi niente, dolcezza. Ma forse hai bisogno di provare qualcosa a te stesso.»
«Ho capito di essere diverso molto presto» rispose Dean in tono piatto.
Jacob abbassò lo sguardo sul suo inguine. «Già, come ho detto, non devi provarlo a me. Ricordo ancora cosa è successo stamattina. Ciononostante... »
«Ciononostante che cosa?» Dean spostò lo sguardo sulla porta pensando che avrebbe dovuto andarsene e mettere fine a quella discussione da almeno dieci minuti prima, ma non l'aveva fatto e non era nemmeno pronto a capire il motivo.
«Ci sono certi uomini etero che sono convinti che fare certe cose con un altro uomo non significa essere gay.» Jacob sorrise mostrando una fila di denti bianchi un po' storti.
Dean scosse la testa. «Davvero? Dove vuoi arrivare, Jacob? Vuoi che ti dia una dimostrazione?»
Jacob si grattò tra le gambe senza distogliere lo sguardo.
Quel piccolo bastardo sapeva come leggergli dentro. Si conoscevano da appena due settimane e lui aveva già capito tutto. Non che Dean fosse pronto ad ammetterlo. Nessun uomo gli era mai entrato nel cuore, non lo aveva mai permesso. Mai.
La sfida
Da Sei. Solo. Mia. di AA. VV.
Megan Hart
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Giudizio: 😐
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