Di fronte a certi colpi si può sopravvivere o soccombere.
E io sopravvivo.
E quant'è vero che mi chiamo Alice Allevi, che sono sempre distratta e che mi piace Johnny Depp, io non ripeterò l'anno. Dovessi vendere l'anima al Diavolo, non diventerò la leggenda dell'Istituto.
Forse finora ho sbagliato tutto, ma ho la possibilità di recuperare.
Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela. Alice, puoi farcela.
E' come una sorta di training autogeno che mi propino stamattina e che mi deconcentra più del solito, tant'è che mentre scendo dalla metro rischio di inciampare e di fare la fine di Anna Karenina.
Arrivata in Istituto prima di tutti gli altri, percorro i pavimenti cerati dei lunghi corridoi, assaporo il silenzio etereo, osservo il mobilio austero e ricco di storia.
Io adoro questo luogo, vorrei non lasciarlo mai.
E' una sensazione straziante, come del resto ogni amore non corrisposto che si rispetti, e forse mai amore è stato meno corrisposto di quello mio per l'Istituto.
Affacciata ad una delle finestre del corridoio, sono talmente assorta che non mi accorgo dell'arrivo di qualcuno alle mie spalle.
«Alice? Che ci fai qui già a quest'ora?»
E' Claudio.
«Ero sveglia, perché aspettare a casa? Tu, piuttosto?»
«Hai dimenticato che oggi c'è l'autopsia di Giulia Valenti?»
Come potrei dimenticarlo? La aspetto da venerdì notte.
«Quando inizi?»
«Alle nove. Chi c'è c'è. Ah, Allevi. Ti avviso: se solo ti sento lanciarti in ipotesi fantascientifiche, come tuo solito, ti butto fuori a calci nel sedere.»
Alle 8:50 sono in obitorio.
L'allieva - Alice Allevi #1
Alessia Gazzola
Giudizio: 😊
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