Venerdì 23 febbraio. ore 16:30
Tre pareti e una montagna: il mondo finiva lì. Qualche cassa, un tavolo e una panca. Era la luce a farla sentire sicura. Le ombre si erano ritirate negli angoli e non facevano più paura, no: erano gentili e benevole. Aveva mangiato tutti i biscotti al cioccolato che erano sul bancone e adesso aveva un po' sete, ma non c'era niente da bere.
Se solo papà fosse tornato. Pensò alla gita in montagna e alla motoslitta che era andato a prendere. Non aveva paura, quando guidava papà. Lui la faceva sedere davanti e la teneva stretta tra le braccia, con le mani sul manubrio. Una volta l'aveva perfino lasciata guidare.
Ma siccome la motoslitta era pesante e curvare era difficile, poteva guidare solo quando c'erano pezzi dritti. Si domandò se rimettersi la tuta. Cominciava a fare un po' freddo. E poi così sarebbe stata pronta quando papà fosse tornato a prenderla.
Fuori c'era la galleria. Aprì piano piano la porta e sbirciò di là. Ma era tutto nero e lucido, e c'era un odore strano. Nella casetta invece c'era un buon odore, le pareva. Annusò l'interno del sacchetto dov'erano i biscotti al cioccolato. Peccato che fossero finiti. Aveva fame, ma soprattutto sete.
La prima candela si era consumata da un po'. Lei aveva fatto come le aveva detto papà e l'aveva cambiata. Guardò l'orologio posato sul tavolo. La lancetta lunga aveva fatto il giro, ma non era sul dodici. E la lancetta piccola segnava il sette. O era l'otto? Era più vicina all'otto che al sette, comunque. Ma quando aveva detto che tornava, papà? La lancetta grande doveva stare sul dodici, questo lo ricordava. E c'era quasi arrivata.
La leggenda del sesto uomo
Monica Kristensen
Giudizio: 😊
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