«Ha una brutta faccia» sentenziò.
«Indigestione» replicai.
«Di cosa?»
«Di realtà.»
«Mi venga dietro» tagliò corto.
Avanzammo per un lungo corridoio ai cui fianchi velati di penombra si indovinavano affreschi e scalinate di marmo. Ci addentrammo nel palazzo e dopo un po’ s’intravide davanti a noi l’entrata a quella che pareva una grande sala.
«Che cosa porta?» domandò Isaac.
«I passi del cielo. Un romanzo.»
«Bella stupidaggine di titolo. Magari è lei l’autore?»
«Temo di sì.»
Isaac sospirò, scuotendo la testa di nascosto.
«E cos’altro ha scritto?»
«La città dei maledetti, volumi dall’uno al ventisette, tra le altre cose.»
Isaac si girò e sorrise, compiaciuto.
«Ignatius B. Samson?»
«Che riposi in pace e per servirla.»
L’enigmatico guardiano si fermò e appoggiò la lampada su quella che sembrava una balaustra sospesa di fronte ad una grande volta. Sollevai lo sguardo e ammutolii. Un colossale labirinto di ponti, passaggi e scaffali zeppi di centinaia di migliaia di libri s’innalzava a formare una gigantesca biblioteca dalle prospettive impossibili. Un intrico di tunnel attraversava l’immensa struttura che sembrava scendere a spirale verso una grande cupola di vetro da cui filtravano cortine di luce e di tenebra. Riuscii a vedere alcune figure isolate che percorrevano passerelle e scale o esaminavano nel dettaglio fogli anditi di quella cattedrale di libri e di parole. Non riuscivo a credere ai miei occhi e guardai Isaac Monfort, attonito. Sorrideva come una vecchia volpe che assapora il suo trucco preferito.
«Ignatius B. Samson, benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati.»
Il gioco dell’angelo
Carlos Ruiz Zafón
Giudizio: 😊💓
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