«Pensala in questa maniera», lo esortava cinque minuti dopo Wyzer. Erano in un posticino New Age che si chiamava Alba-Tramonto. Faceva un po' troppo felceto, per il gusto di Ralph, che propendeva per i ristoranti all'antica dove scintillava il cromo e odorava il grasso, ma la torta era buona e se il caffè non era a livello di quello di Lois Chasse (il migliore che avesse mai bevuto) era bello caldo e forte.
«Quale maniera?» chiese.
«Ci sono cose alle quali l'uomo, e anche la donna, mira costantemente. E non sto alludendo a tutte quelle cose che finiscono nei libri di storia, almeno per la gran parte. Io parlo di cose fondamentali. Un tetto sotto il quale ripararsi dalla pioggia. Due pasti caldi e un giaciglio. Una vita sessuale decente. Viscere sane. Ma forse fra tutte le cose fondamentali, la più fondamentale è quella che manca a te, amico mio. Perché non c'è niente a questo mondo che si possa paragonare per importanza a una buona dormita, vero?»
«Non sai quanto hai ragione», sospirò Ralph.
Wyzer annuì. «Il sonno è l'eroe ignorato e il medico del povero. Shakespeare disse che è il filo con cui rammendare la manica sfilacciata delle nostre pene, Napoleone lo definiva il lato benedetto della notte e Wiston Churchill, uno dei grandi insonni del Ventesimo secolo, diceva che era l'unico sollievo che trovava alle sue depressioni. Tutto questo ho messo nei miei scritti, ma il sunto generale di tutte le citazioni è quanto ho affermato prima: non c'è niente in questo grande mondo che valga tanto quanto una bella dormita.»
«Hai avuto questo problema anche tu, vero?», chiese a un tratto Ralph. «E' per questo che ... bé .. che mi stai prendendo sotto la tua ala?»
Joe Wyzer sorrise. «E' quello che sto facendo?»
«A me sembra di sì.»
«Ma sì, te lo posso concedere. La risposta è affermativa. Ho difficoltà a prendere sonno fin da quando avevo tredici anni. Per questo ho finito con lo svolgere non una, ma due ricerche sull'argomento.»
«E adesso te la cavi?»
Wyzer alzò le spalle. «Per adesso quest'ultimo anno è stato discreto. Non il migliore, ma sopportabile. Ci sono stati un paio d'anni nella mia gioventù, quando il problema era veramente acuto, in cui andavo a letto alle dieci, mi addormentavo verso le quattro, mi alzavo alle sette e mi trascinavo per tutto il giorno sentendomi come una comparsa nell'incubo di qualcun altro.»
La descrizione era così familiare a Ralph, che si sentì accapponare la pelle della schiena e delle braccia.
Insomnia
Stephen King
Giudizio: 😊💚
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