Mi colpisce al petto e io e mia mamma rotoliamo giù dalle scale.
Fa male. Parecchio. Ma almeno ha smesso di ridere. Anzi, penso di essere finalmente riuscito a farlo incazzare. Tiro su mia mamma.
«Stai bene? Niente di rotto?», chiedo. Scuote la testa. «Vai verso la porta». Mentre lei si precipita via, io mi alzo. Il fantasma sta scendendo le scale senza il minimo segno della vecchia rigidità spettrale. E' sciolto come qualsiasi giovane uomo vivente.
«Potresti anche semplicemente vaporizzarti, sai?», dico, perché non sono mai stato capace di tenere la boccaccia chiusa. «Ma personalmente, spero che tu esploda».
Ispira profondamente. Poi di nuovo. Poi ancora una volta, ma senza espirare. Il petto gli si sta gonfiando come un palloncino, la cassa toracica gli si sta espandendo. Riesco a sentire i tendini là dentro, pronti a spezzarsi. Poi, prima ancora che io riesca a capire cosa stia succedendo, le sue braccia sono allungare verso di me e me lo ritrovo dritto davanti alla faccia. E' successo così rapidamente che l'ho visto appena. Mi afferra per il colletto, e la mano con cui tengo il coltello è inchiodata alla parete. Con quella libera lo colpisco al collo e sulla spalla, ma sono come un gattino che prende a zampate un filo di lana.
Rilascia il fiato facendoselo uscire dalle labbra sotto forma di un denso fumo dolciastro che mi passa sugli occhi e nelle narici, così forte e nauseabondo che mi fa tremare le ginocchia.
Da qualche parte dietro di me, sento le mani di mia mamma.
Strilla il mio nome e cerca di tirarmi via.
«La consegnerai a me, figlio mio, o morirai». E mi lascia cadere fra le braccia di mia madre. «Marcirai con la lordura del tuo corpo. La tua mente fluirà dalle tue orecchie».
Non riesco a muovermi. Non riesco a parlare. Riesco a respirare, ma niente di più, e mi sento distante. Intontito. Come confuso. Sento mia mamma strillare e chinarsi su di me, mentre Anna finalmente scardina la porta.
«Perché non vieni a prendermi da solo?», sento chiedere.
Anna, la mia potete, terrificante Anna. Vorrei dirle di stare attenta, che quell'essere ha degli assi nella manica marcia. Ma non ci riesco. Così io e mia madre ci rannicchiamo in mezzo a questo scontro ringhiante fra gli spiriti più potenti che abbiamo mai visto.
«Varca la soglia, bellezza», dice lui.
«Perché non varchi tu la mia?», risponde lei. Anna sta lottando contro la barriera dell’incantesimo; deve avere un cerchio alla testa stretto almeno quanto quello che sento io. Dal naso le scende un sottile rivolo di sangue nero e le arriva fin sopra le labbra.
«Prendi il coltello e fatti avanti, codardo», grida Anna. «Vieni fuori e liberami da questo guinzaglio!».
Lui sta bollendo di rabbia. Ha gli occhi su di lei e digrigna i denti. «Il tuo sangue sulla mia lama o il ragazzo ci raggiungerà entro domattina».
Cerco di stringere più forte il mio coltello. Solo che non mi sento più la mano. Anna sta gridando qualcos’altro, ma non so cosa. Le mie orecchie sembrano ovatta. Non sento più niente.
Anna vestita di sangue
Kendare Blake
Giudizio: 😊
Commenti
Posta un commento