Scoppiai in lacrime. Bellissima, questa espressione. Non diciamo «scoppiai a mangiare» o «scoppiai a camminare». Si scoppia a piangere o a ridere. E credo che valga la pena di ridursi in pezzi per quel genere di emozioni. Quella notte, a Capri, non riuscii a riaddormentarmi. Lei, sì, dormì tra le mie braccia. Le mie lacrime si esaurirono e, pochi mesi dopo, anche la nostra storia. Pensavo che, al momento dell'addio, mi avrebbe ricordato quel momento, quando mi aveva tenuto stretto per consolarmi. Se lo avesse fatto, sarei rimasto con lei altri sei mesi. Lo so, può suonare freddo e calcolatore: un abbraccio per un pianto consolato a Capri vale sei mesi extra di una storia senza amore? Per me in effetti è così: ho fatto i conti. Non matematicamente, ma emotivamente. Comunque, lei non tirò fuori quella storia, e gliene fui grato. Ho sempre pensato di averla persa perché sono uno stupido, ma non gliel'ho mai detto. So che tempo dopo si è sposata, proprio a Capri, e ho pensat...